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Autonomia e non assistenzialismo: prospettive e sguardo in avanti proiettato a sviluppo e cultura. Tiziano Maffezzini, presidente di Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) di Lombardia rilancia il dibattito sul regionalismo differenziato rimarcando il valore che l’autonomia potrebbe avere nei contesti alpini. Qui di seguito vi proponiamo le sue riflessioni:

Storicamente le montagne, fino alla nascita degli stati nazionali, sono state caratterizzate da una capacità di autogoverno che altri territori non hanno mai avuto.

Nel basso medioevo, infatti, i nuclei familiari di contadini che accettarono l’onere di coltivare le difficili terre alpine allo scopo di renderle abitabili, vennero ricompensati mediante il riconoscimento di incentivi e forme di autonomie. I signori del tempo riconobbero ai contadini di montagna, al contrario di quelli delle pianure assoggettati alle servitù feudali, il titolo di uomini liberi e benefici vari. E questi diedero vita, per sopravvivere, alle prime forme organizzate di convivenza solidale per costruire comunità forti. I decisori politici medievali dimostrarono così una grande lungimiranza che fu ripagata dalla capacità delle comunità di montagna di organizzarsi in forme responsabili di autogoverno.

 

 

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