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Uncem è vicina alla famiglia di Mihail Fotache, che ha perso la vita al Pian della Mussa mentre stava lavorando con il gregge di pecore che gestiva. Una vicenda che accende i riflettori sulla sfruttamento e sulla solitudine di moltissime persone che lavorano nelle filiere agricole e dell’allevamento. “Uncem ha sempre evidenziato come gli stranieri, di diverse nazionalità, da dieci anni salvano le filiere produttive agricole e dell’allevamento in Italia – evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – Senza stranieri non ci sarebbero raccolta di pomodori e i formaggi in tavola. Ma troppo spesso queste donne e questi uomini cadono nella trappola dello sfruttamento. Fatiche disumane, nessun diritto, nessuna tutela, paghe da fame, condizioni al limite della disperazione. In molti casi sono stati i Comuni, come quello di Saluzzo in Piemonte, ad avviare positive strategie per evitare degenerazioni di opportunità e per togliere di mezzo rischi e trattamenti fuori da ogni umanità. Ma è evidente che bisogna fare di più”.

La vita e la tragica morte di Mihail non devono lasciare indifferenti. “Nessuno. Con il prossimo Ministro delle Politiche Agricole, con tutte le Associazioni di categoria, vanno scritte nuove regole che mettano alla base diritti e salari minimi, controlli efficaci e una carta etica condivisa tra le imprese – sottolinea Bussone – In questo accordo tra gli imprenditori deve essere chiaro che chi prova anche solo un giorno, una settimana o una stagione a sfruttare e a sottopagare donne e uomini che lavorano come margari o lungo la filiera, può andare incontro anche al blocco della produzione da parte delle forze dell’ordine. Questo a vantaggio di tutte le imprese. In ballo ci sono vite umane. Che non possono vivere in container o roulotte senza luce e acqua potabile, quando gli imprenditori per ogni capo portato in montagna ricevono contributi importanti, a volte ingenti, dall’Unione Europea grazie alla Pac. Le truffe sui contributi europei per agricoltura e i sequestri per 10 milioni di euro ad imprenditori in Lombardia devono finire. Su questo fronte, non staremo zitti. I Comuni si trovano a dover gestire situazioni complesse dove grandi aziende fanno grandi offerte per i pascoli togliendoli alle piccole locali. Intanto, per le prime arrivano i contributi di Bruxelles che di certo non sono utilizzati per pagare dignitosamente chi lavora nelle aziende. Vale a Rosarno come nelle Valli di Lanzo. Vale per gli Africani, per i Romeni e per gli Italiani. È una questione enorme, che la politica, Governo, Parlamento, Regioni non possono mettere in un angolo. Uncem si occupa di territorio, di sviluppo della montagna. Non è indifferente quando fatti come quello di Mihail ci chiedono ancora una volta di restare umani”.