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“Non è chiaro, nel Decreto legge 19/2024 sul PNRR, dove troveranno copertura le misure del PNRR definanziate a fine dicembre 2023. Sulle ‘piccole opere’ per i Comuni, in particolare per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza energetica degli edifici, non si capisce dal DL quale sarà la copertura. Che sia Piano complementare al PNRR o Fondo sviluppo e coesione, di certo le risorse devono esserci e le regole devono essere chiare. Senza comprimere altri interventi di quei due fondi ai quali presumibilmente si attinge”.

Lo ha detto il Presidente Marco Bussone, in Audizione oggi alla Camera dei Deputati, Commissione Bilancio.

“Cambiano i cespiti di finanziamento, cambiano regole e tempi per i Comuni, con non poca confusione – ha proseguito Bussone – Non è vero che tutte le misure definanziate sono coperte. E servono chiarimenti. Anche sulle modalità di utilizzo del Regis che è un colabrodo informatico e gestionale, tutto da rifare. Servono regole più chiare e snelle per le anticipazioni di cassa ai Comuni. Che spendono e oggi vanno in sofferenza finanziaria aspettando, chissà quando, lo Stato paghi i lavori eseguiti e le ditte pagate dagli Enti locali. Di sicuro, il Decreto ancora una volta non interviene su due fronti a noi cari. La fragilità istituzionale, che ha visto bandi su bandi arrivare per ciascun Comune, con una logica municipalista che non favorisce aggregazioni e lavoro insieme tra Comuni, quantomai oggi necessaria. Emblematico tutto questo con i voucher per la digitalizzazione dei Comuni, con cifre molto elevate arrivate a ciascun singolo Comune. Solo la Strategia delle Green Communities è comunitaria, favorire chi lavora insieme, chi dal singolo Comune passa a un percorso di sviluppo territoriale, dunque vincente e duraturo. Grave poi non agire, con il Decreto in conversione alle Camere, anche con regole più chiare, sulla necessità di risolvere sperequazioni territoriali, come quelle tra aree urbane e rurali o montane. Agire con bando, come fa tutto il PNRR, premia i migliori, i più veloci, quelli che hanno uffici e tecnici o consulenti più bravi. Non sempre si individua il territorio che ha più bisogno di quell’intervento, dagli asili nido alle strutture per la salute”. “Siamo per far funzionare il PNRR, ma con queste regole non abbiamo nascosto alla Commissione parlamentare molta preoccupazione”.