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Dieci giorni fa i Parlamentari non parlavano d’altro: subito la modifica della norma vigente, la 63 del 2017, che vieta ai Comuni di cofinanziare con risorse di bilancio le tariffe pagate dalle famiglie per garantire lo scuolabus. Un tema caldissimo per migliaia di Comuni, in particolare i montani (visto che in città i pullman, i tram, la metro sono pagati in gran parte da Comuni e Regioni, portando anche i bilanci in rosso) dopo la sentenza della Corte dei Conti che vieta a questi Comuni l’integrazione di risorse per mantenere il trasporto studenti. Verso scuole peraltro, poste nei Comuni vicini, siano primarie o secondarie.

Così, mentre Uncem ha spinto i Comuni ad andare avanti come hanno sempre fatto inserendo nei bilanci le cifre che ritengono anche finalizzate a mantenere la gratuità del servizio per gli utentinumerosi Parlamentari avevano promesso di intervenire. E mentre alcuni Deputati e Senatori hanno annunciato solleciti al Miur per delle precisazioni firmate dal Ministro e indirizzate ai Comuni (senza tener presente che una legge si modifica solo e sempre in Parlamento con un’altra legge), altri hanno depositato proposte di legge, con emendamenti da inserire nel primo dispositivo utile. “Peccato che purtroppo niente in questo senso è stato fatto finora – commenta Marco Bussone, Presidente Uncem – La Camera dei Deputati va in ferie da oggi fino al 9 settembre (!), il Senato lavora ancora tre giorni, fino a mercoledì 7 agosto, con ddl Sicurezza bis, attività culturali, sport e Tav da discutere. Spazio per gli scuolabus e i bilanci comunali, fino a settembre non ne vedo molti, per cambiare quell’invarianza finanziaria per lo scuolabus prevista dall’articolo 5, comma 2, del Dlgs 63/2017. Fino a settembre il Parlamento potrà fare ben poco. Peccato che poi la scuola inizi e il trasporto studenti con gli scuolabus gialli sia da attivare. Se poi si pensa basti una circolare del Ministro dell’Istruzione, allora è un’altra storia”. Per modificare la legge vigente e risolvere i problemi ai Comuni in particolare montani, basta un (1) semplicissimo articolo che fa così: “All’articolo 5 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 63, è aggiunto, infine, il seguente comma: «3-bis. Fermo restando il rispetto del saldo di finanza pubblica, di cui al comma 466, dell’articolo 1, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, Le Regioni e gli Enti locali, in deroga all’articolo 117 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ai commi precedenti, possono erogare il servizio di cui al comma 2 senza alcun pagamento della quota di partecipazione diretta da parte degli utenti». “Confidiamo – sottolinea il Presidente Uncem – nell’impegno di tutti i Parlamentari”.