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Il 6 luglio 1951 Giorgio La Pira (1904-1977) viene eletto per la prima volta sindaco di Firenze. Il suo incarico gli verrà rinnovato ancora nel 1961. La sua opera di sindaco è costellata di straordinarie iniziative di carattere politico e sociale. Sotto la sua amministrazione, vengono ricostruiti i ponti Alle Grazie, Vespucci e Santa Trinità distrutti nel corso della guerra. Già Servo di Dio, è stato dichiarato venerabile il 5 luglio 2018 da Papa Francesco.

Sono passati 70 anni. Ma la testimonianza di La Pira è vivissima. Era il 5 Luglio 1951 quando Giorgio La Pira – giurista e politico della Democrazia Cristiana, uomo del dialogo che con le sue relazioni internazionali rese Firenze crocevia della Pace – diventava sindaco di Firenze.

La Pira nacque il 9 gennaio 1904 a Pozzallo, in provincia di Ragusa, e arrivò a Firenze nel 1926 per studiare giurisprudenza e ci rimase per tutta la vita. Nel 1933 divenne professore di istituzioni di diritto romano. In qualità di Sindaco, carica che ricoprì a più riprese, fu protagonista di una stagione di profondo cambiamento sociale e urbanistico: dalla nascita del quartiere dell’Isolotto, all’edilizia scolastica, dal salvataggio della fonderia del Pignone, alla creazione di un movimento mondiale dei sindaci a favore della pace proprio durante gli anni intensi della ‘Guerra fredda’.

Meno noto è il contributo di Giorgio La Pira in qualità di padre fondatore della Repubblica italiana. Eletto all’Assemblea costituente nel 1946, fece anche parte della commissione incaricata di redigere la Costituzione. Non solo Firenze ma l’Italia intera devono molto al politico La Pira, la cui cifra istituzionale non fu certo inferiore alle doti morali dell’uomo, in un felice ed auspicabile connubio di qualità dirigenziali. Un modello di politica che il dibattito mediatico mette ancora, e già da molti decenni, al centro dei bisogni primari di questa nazione. Con Giorgio La Pira il passato non è mai stato così attuale.

La causa di beatificazione di La Pira è stata aperta a livello diocesano a Firenze nel 1986 e si è chiusa nel 2005. Nel 2018 Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del “sindaco santo” di Firenze.

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Quello di Uncem oggi non è un semplice ricordo, o una commemorazione. La “santità ordinaria” di Giorgio La Pira è un esempio per tanti Sindaci e Amministratori pubblici. Il suo esempio non è da “ammirare” con candele accese o genuflessioni… non è il “campo” di Uncem. Ma la sua figura è importantissima oggi. Un faro. Un modello.

Per ricordare Giorgio La Pira, ecco le Parole di Papa Francesco pronunciate nel 2018:

“Cari amici, vi incoraggio a mantenere vivo e a diffondere il patrimonio di azione ecclesiale e sociale del Venerabile Giorgio La Pira; in particolare la sua testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace, l’attuazione del messaggio sociale della Chiesa e la grande fedeltà alle indicazioni cattoliche. Sono tutti elementi che costituiscono un valido messaggio per la Chiesa e la società di oggi, avvalorato dall’esemplarità dei suoi gesti e delle sue parole.
Il suo esempio è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico, i quali sono chiamati ad essere vigilanti verso quelle situazioni negative che San Giovanni Paolo II ha definito «strutture di peccato». Esse sono la somma di fattori che agiscono in senso contrario alla realizzazione del bene comune e al rispetto della dignità della persona. Si cede a tali tentazioni quando, ad esempio, si ricerca l’esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; quando il clientelismo prevarica sulla giustizia; quando l’eccessivo attaccamento al potere sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve. Come diceva Giorgio La Pira: «la politica è un impegno di umanità e di santità». È quindi una via esigente di servizio e di responsabilità per i fedeli laici, chiamati ad animare cristianamente le realtà temporali, come insegna il Concilio Vaticano II.
L’eredità di La Pira, che custodite nelle vostre diverse esperienze associative, costituisce per voi come una “manciata” di talenti che il Signore vi chiede di far fruttificare. Vi esorto pertanto a valorizzare le virtù umane e cristiane che fanno parte del patrimonio ideale e anche spirituale del Venerabile Giorgio La Pira. Così potrete, nei territori in cui vivete, essere operatori di pace, artefici di giustizia, testimoni di solidarietà e carità; essere fermento di valori evangelici nella società, specialmente nell’ambito della cultura e della politica; potrete rinnovare l’entusiasmo di spendersi per gli altri, donando loro gioia e speranza. Nel suo discorso, il vostro presidente per due volte ha detto la parola “primavera”: oggi ci vuole una “primavera”. Oggi ci vogliono profeti di speranza, profeti di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani, per lavorare e andare avanti”.