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“Il prezzo del latte e il valore del lavoro delle aziende agricole devono essere riconosciuti. Con politiche adeguate e precise scelte che non lascino soli gli imprenditori e gli addetti delle filiere produttive. Che nei territori montani soffrono di più. Patiscono i sovracosti, strutturali e diventati maggiori negli ultimi anni di pandemia. Siamo vicini come Uncem alle imprese, alle donne e agli uomini del settore, alle Associazioni di categoria come Coldiretti che oggi ha portato in piazza migliaia di aziende agricole. Il caro bollette diventa per il settore primario un ostacolo alla produzione. E la grande distribuzione oggi non riconosce questi maggiori costi. La GDO ha aumentato i fatturati senza lasciare alle imprese un margine diverso dal passato. Il latte non può valere 25, 30 centesimi, quando va bene. Quello prodotto da aziende dei territori montani dovrebbe superare 1 euro al litro. Così finora non è. Ma non basta mettere l’etichetta ‘prodotto di montagna’ da parte dei trasformatori e dei distributori se non si dà valore a chi lavora e chi produce in stalla. Il cambio di passo richiede una Politica più attenta e determinata. Anche imponendo alla GDO di contribuire nel dare valore ai prodotti, come il latte. Francia lo ha già fatto. Senza settore primario il Paese va in crisi di approvvigionamento di beni. E su questo occorre lavorare investendo bene le risorse per le imprese agricole previste dal PNRR e orientando bene quanto il Programma di Sviluppo rurale stanzierà nel prossimo settennato”.

Lo affermano Alberto Mazzoleni e Marco Bussone, a nome di tutta Uncem, l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.