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I Sindaci inseguono i medici di base. Che non ci sono. Ma stanno facendo di tutto, moltissimi primi cittadini, per avere un medico di medicina generale sui loro territori. Se li contendono. E i medici chiudono studi in alto, nei Comuni alpini e appenninici più piccoli e a maggior altitudine, scendono in basso, anche verso le ‘case della salute’ che spesso hanno aggravato la spoliazione di servizi, drenando medici e opportunità verso il basso. I Sindaci sono mobilitati, ma soli. Non è compito loro cercare i medici. Lo fanno perché autorità sanitaria, e perché altri non se ne occupano. Sono soli. In un compito che non è loro. Chiamano i direttori generali delle Asl, i medici stessi, gli assessori regionali. Una situazione complessa, per certi versi grave. Perché a seguito di pensionamenti, troppi cittadini restano scoperti. E non bastano posti di specializzazione in più, attivati oggi da alcune Regioni, che daranno risposte solo tra tre, quattro anni. Ho scritto al Ministro della Salute dicendo che i Sindaci non possono essere lasciati soli in questa avventurosa ricerca di medici di base. I cittadini sono insicuri, di fronte a notizie di pensionamenti di chi da sempre li segue e accompagna. E allora, o si cambia completamente l’assetto del medico di medicina generale, o comunque servono risposte urgenti del Ministero. Dicano che fare. Si può stare senza medico di base? Come cambiamo numeri, incentivi, parametri? La nuova legge della montagna dovrà risolvere il problema. Ma con determinazione, impegni di spesa, efficacia sul breve e lungo periodo. Senza medici il sistema sanitario implode. E la pandemia dovrebbe avercelo insegnato. Ora serve uno scatto politico. Per non lasciare Sindaci e Cittadini soli”.

Lo afferma il Presidente Uncem Marco Bussone.