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Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della graduatoria sul bando piccoli Comuni, bando poco in linea con spirito e valori della legge che lo ha ispirato, la 158/2018, impariamo tre cose, in particolare dai motivi di esclusione del 60% dei progetti. Il primo è che la burocrazia la fa sempre da padrone. Che troppi progetti vengono respinti, da una Commissione di cui non conosciamo i nomi, progetti non ammessi, per mancanza di documenti, difformità formali dal bando che sarebbero state sanabili con soccorsi istruttori semplici ed efficaci, nell’interesse del Paese e dei paesi che fanno il Paese. Invece, si escludono. La seconda è che addirittura le FAQ vengono riportate come motivo di esclusione, dunque queste interpretazioni sono più importanti del bando stesso. Terza cosa che emerge, da così tanti esclusi, che veniamo ritenuti come Comuni non adeguati a progettare futuro e territori. Il bando non rispetta l’articolo 13 della legge. Che parla di lavoro insieme tra Comuni, sempre e comunque, per lo sviluppo sociale ed economico dei territori. E come si fa invece se i bandi, PNRR e non, incentivano sbadatamente il campanilismo? Un bando nato malissimo, municipalista, che ha messo tutti contro tutti, respinge e non definisce percorsi di inclusione, di lavoro insieme, come impariamo con il Progetto ITALIAE ad esempio. Contento chi ha vinto e noi con loro, bravi!, 144 progetti su 2.638 presentati, riferiti a 3.359 Comuni. Ma legge 158, così bella e copiata in Europa, virtuosa e varata all’unanimità del Parlamento, viene tradita, non attuata, purtroppo da un bando infarcito di burocrazia. Ci sono voluti sei anni prima di averlo, dopo il varo dell’articolato nell’ottobre 2017. C’erano 160 milioni per progetti di territorio. Invece si è proceduto con progetti – lo stiamo imparando – valutati non nel merito, come già per altri per click day e ‘mille campanili’, oggi esclusi per motivi meramente burocratici. Peccato davvero, Casa Italia, Ministro Musumeci. Siamo affranti e un po’ delusi. La questione non è politica. Ma culturale. Superare i campanilismi, agire per rigenerare e creare comunità, affrontare crisi demografica e climatica intrecciate. Essere vivi, superare i divari. Questi dovevano essere i criteri di valutazione. Insieme potevamo, dovevamo, fare di più e forse di meglio. Ora non basta trovare qualche soldino in più nella prossima legge di bilancio per ‘allungare la graduatoria dei finanziati’. Dobbiamo cambiare passo per generare comunità vive, vincere i divari. Creare alleanze e patti. È questione Politica oltre confini e colori dei partiti. Lo auspichiamo per il futuro. Senza critiche e senza polemiche. Promesso. Dobbiamo usare fondi per incentivare comunità dei paesi che camminano insieme. Un nuovo umanesimo. Una nuova visione dei paesi, dei piccoli Comuni, dei territori rurali e montani, il 70% dell’Italia.

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Il link al bando del 2023:  https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/07/19/22A04101/sg

Documenti allegati e scaricabili in fondo alla news.

Allegati il decreto con i “motivi” delle esclusioni. E il decreto con tutti i progetti, ammessi e vincitori (soli i primi 144 della tabella).