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“L’Associazione che presiedo, Uncem, ha accolto positivamente, nelle scorse settimane, l’interesse di Parlamentari per la nostra mappatura volta a individuare le zone del Paese nelle quali non vi è copertura di segnale per la telefonia mobile. In particolare, l’on. Davide Gariglio ha presentato una interrogazione scritta in nona Commissione alla Camera, alla quale ieri ha risposto il Ministero dello Sviluppo economico. Una risposta che ci lascia profondamente perplessi. E che dimostra come non vi sia la percezione del problema legato alla attuale necessità, almeno per quattro milioni di italiani, di inseguire il segnale mobile per telefonare o inviare messaggi. Si dice addirittura, nel testo della risposta Mise, che i Comuni possono interloquire con le compagnie per accelerare il passaggio al 5G. Senza sapere, che un Sindaco da solo, assediato dai cittadini senza segnale, è costretto a chiamare un call center. Senza risolvere alcunché. Non si dice ad esempio nella risposta che siamo il Paese con il più basso limite di emissioni elettromagnetiche. E questo inficia la copertura nelle aree rurali e montane. Manca al Mise una percezione politica, economica e sociale di quello che è il vero divario digitale, articolato in tv che non si vede, internet che va lentissimo, telefonate che non si riescono a fare. Su questi tre fronti i cittadini delle aree interne e montane ci chiedono di intervenire. E chiedono alla politica di individuare risorse opportune, ma anche alle imprese private di fare gli investimenti senza nascondersi dietro a dati sulla copertura già oggi superiore al 95%. Perché è noto a tutti che il 5% che rimane fuori, vive nel 20% del territorio del Paese. E non ha meno diritti. Per questo avremmo preferito leggere, come risposta alla importante interrogazione di Gariglio, qualche indicazione su questo fronte. Come superare disuguaglianze e sperequazioni. Anche però evitando, con AgCom, che succeda come sulla delibera del 5G nei 120 piccoli Comuni. Delibera raccontata e spiegata malissimo, senza coinvolgere proprio le associazioni degli Enti locali. Assurdo manchino le capacità di comunicare, da parte dello Stato, un piano così importante ai territori. Stessa cosa sta succedendo sul Piano banda ultralarga. Uncem lo ha raccontato e ci ha creduto mentre altri soggetti più titolati, promotori del piano, non si sono visti sui territori. Siamo tra i pochi a spiegare ai Sindaci la differenza tra banda larga, bul, wifi Italia, wifi.eu. Perché il caos è tanto, i ritardi gravissimi e nessuno parla di servizi, iot ad esempio. Ecco perché chiediamo ad AgCom, con la selva di soggetti nati istituzionali nazionali per la digitalizzazione del Paese, di fare una attenta riflessione insieme. E di lavorare per spingere le compagnie a investire, nonché a individuare risorse comunitarie o sulla legge di bilancio 2020, per telefonia mobile e non solo, per dotare di nuovi ripetitori le aree interne e montane. Non è un problema tecnico. Bensì di volontà politica. E questa, dalla risposta in Commissione, proprio non emerge. Il percorso va guidato. Uncem offre la disponibilità a farlo al Governo, al Mise, ad AgCom”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione dei Comuni e degli Enti montani