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Dalla tragica alluvione del 1994 del Piemonte si è consolidato il moderno Sistema di Protezione Civile che è un modello in tutt’Europa. Sono stati sperimentati nuovi modelli di organizzazione, investite molte risorse economiche, date ai Sindaci responsabilità e impegni chiari nella ricostruzioni. È maturata una moderna cultura della Protezione civile. Si è anche capito che la prevenzione a monte è fondamentale per prevenire disastri ed eventi gravi a valle. Così è nata in Piemonte la prima forma in Italia di valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali, oggi sanciti dalla legge 221 del 2015, con una percentuale della tariffa idrica pagata da tutti i cittadini che ogni anno viene destinata agli Enti montani, prima Comunità montane oggi Unioni per inteventi di prevenzione del dissesto idrogeologico. 500 milioni di euro investiti dal 1997 a oggi. Un modello per tutto il Paese”.

Lo ha detto stamani, al Consiglio regionale aperto a 25 anni dall’alluvione del 5 novembre 1994, il Presidente Uncem Marco Bussone che domani interverrà a Roma alla Conferenza delle Autorità di Protezione Civile alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

“Abbiamo la necessità oggi di applicare pienamente il nuovo Codice di Protezione civile e di dotarci di una legge nazionale sulle emergenze capace anche di sgravare i Sindaci da responsabilità che in caso di inadempienze li portano in tribunale a subire lunghi processi, come successo a Genova, Livorno, Civita. Anche il Codice forestale nazionale deve essere attuato, perché le foreste non gestite sono un problema per l’intero Paese, anche per la sicurezza e la gestione di alvei e sistema idrografico minore – prosegue Bussone -. I Comuni stanno aggiornando i Piani di Protezione civile, che devono essere accessibili dall’intera comunità, smart, sovrapponibili a Piani regolatori comunali e ai Piani forestali. E poi è importantissimo quanto il Dipartimento nazionale guidato da Angelo Borrelli sta facendo per il sistema di messaggistica nazionale, ITAlert gratuito e per tutti, con le notifiche e i messaggi che informano di rischi ed emergenze in corso a chiunque entri nella ‘cella’ di territori oggetto di allarme. Gli Enti locali sono pronti a fare la loro parte per migliorare un Sistema di Protezione civile, cresciuto moltissimo in un quarto di secolo in conoscenza, formazione, competenze, rete del Volontariato organizzato, impegno di risorse economiche, tecnologia, nodi di informazione stretti ed efficaci”.