CARTA DI CHIVASSO: RILANCIAMO I PRINCIPI DELLA “DICHIARAZIONE DELLE POPOLAZIONI ALPINE” SOTTOSCRITTA IL 19 DICEMBRE 1943
La Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, sottoscritta a Chivasso il 19 dicembre 1943, impegna ancora oggi chi ha responsabilità politiche e amministrative nell’individuare scelte e misure specifiche per le montagne, per le comunità che vivono e operano nei territori montani. Valori che vanno declinati in modo nuovo ed efficace, alla luce delle profonde trasformazioni vissute in sessant’anni dall’Europa, dove l’unità non si è ancora compiuta. Le Alpi, regione unica al centro dell’Europa, diventano sempre più cerniera, luogo forte di comunicazione dove è necessario ammodernare il sistema di transiti e di trasporto, verso sud e verso nord.
Oggi i Comuni e le loro aggregazioni, le Unioni montane di Comuni, sono enti locali chiamati a generare sviluppo e servizi, ma questo è possibile (lo scrivevano già Emile Chanoux, Federico Chabod, Ernest Page, Osvald Coisson) solo facendo crescere gli Amministratori pubblici grazie a una formazione continua, dando ai Comuni autonomia impositiva, riconoscendo i sovracosti dei servizi nelle aree montane, a partire dai trasporti, riducendo con le migliori tecnologie il divario digitale, spingendo Regioni e Stato a dotarsi di precise norme che incentivino la vita in montagna, con sgravi fiscali e burocratici, riconoscendo il ruolo delle Alpi nella produzione delle risorse naturali e dunque pagando i servizi ecosistemici-ambientali, non in una logica di ricompensa bensì di co-produzione delle risorse. Cultura e lingue – richiamate dalla Carta di Chivasso come dalla Strategia macroregionale – sono il fulcro della crescita turistica e imprenditoriale delle aree montane. Tra le sfide riportate nella Dichiarazione firmata a Chivasso il 19 dicembre 1943, vi è quella della frammentazione fondiaria, problema grave in tutto il nord-ovest che può essere attenuato con la nascita di “associazioni fondiarie”.
“Nello scrivere nuove pagine della politica per la montagna – sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – nessuno dimentica la Carta di Chivasso, primo atto di un impegno che oggi ha eredi impegnati in campo politico, economico, culturale, accademico.