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“Nella fase di rinnovo, con progora o gare, delle concessioni idroelettriche delle piccole e grandi derivazionii Comuni e le Unioni o Comunità montane non possono essere tenute ai margini. Forse a qualcuno fa piacere, escludere e discutere del tema alle spalle delle comunità locali. L’ho detto all’Assemblea di Federbim ribadendo che Uncem si impegna per una azione piena degli Enti locali della montagna, a vantaggio delle comunità. Tutto il percorso si deve inserire nel lavoro per dire come il Paese è al 100% nelle energie rinnovabili, con una azione forte che faccia ripartire gli investimenti delle imprese, non solo sull’idroelettrico. Le ‘pale eoliche di comunità’ ad esempio, sono risposta alla colonizzazione dei territori, che dobbiamo evitare con la forza dei Comuni uniti. Divisi siamo attaccabili da chi vuole prendere acqua, forza di gravità, foreste, beni climatici e ambientali. La crisi energetica è un pezzo della crisi ecologica e climatica, intrecciata con la crisi demografica. Si risponde con la sinergia forte degli Enti locali. La montagna pozzo di petrolio non gratis, con bacini di acqua e foreste. Unioni e Comunità montane ai tavoli con Stato e Regioni per definire le regole energetiche del futuro. E anche per introdurre finalmente una remunerazione di tutti i servizi ecosistemici-ambientali che la montagna eroga. Acqua per scopi idroelettrici in primis, ma anche acqua per scopi idropotabili. Tutte le Regioni devono copiare il modello piemontese, con una percentuale della tariffa pagata dai cittadini per il ciclo idrico integrato che va annualmente ai territori montani per prevenzione del dissesto e tutela delle fonti. Questo è il percorso analogo a quello virtuoso introdotto nel 1953 dalla legge 959 sui sovracanoni idroelettrici. Politica vincente e virtuosa. Non si perda tempo. Evitiamo di essere in scacco di grandi imprese, evitiamo colonizzazioni come rischiamo purtroppo con le Comunità energetiche rinnovabili, stante difficilissime regole di attuazione che vedono i Comuni da soli fragilissimi. Puntiamo sull’attuazione del percorso dei servizi ecosistemici-ambientali nel ddl montagna che il 29 ottobre va in Aula al Senato. Abbiamo già perso troppo tempo dal 2015 a oggi. Idropotabile e idroelettrico vedono unito un bene collettivo come l’acqua e un bene della montagna quale appunto la forza di gravità. Riconoscerne il valore è degno di un Paese moderno ed europeo”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.