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Erano troppi anni che la montagna non entrava alla Camera dei Deputati. Oggi a Montecitorio abbiamo assistito a due ore e mezza di dibattito che i resoconti della Camera non registravano da un quarto di secolo. Un dibattito organico che ha visto protagonisti tutti i gruppi sul presente e sul futuro delle aree interne, rurali e montane del Paese. Alle parole dovranno seguire i fatti, hanno già commentato alcuni Amministratori locali. È vero, ma solo in parte. Pensiero e azione, cultura e concretezza devono correre paralleli in politica. Le tantissime proposte emerse dalle Mozioni in esame, come gli impegni del Ministro Provenzano al termine della seduta pomeridiana, sono molto importanti a valle di quanto già previsto in legge di bilancio 2020, per le tappe legislative dei prossimi mesi e verso la definizione della programmazione comunitaria 2021-2027. Domani, martedì 28 gennaio, il proseguimento dei lavori a Montecitorio, verso venerdì 31, quando il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie ha convocato a Roma gli Stati generali della Montagna“.

Lo afferma il Presidente Uncem Marco Bussone, a poche ore dal dibattito su montagna e aree interne al quale ha assistito a Montecitorio.

“In attesa del voto delle mozioni – prosegue Bussone – mi soffermo sulla novità stessa del dibattito e sulle tante proposte entrate nei lavori di oggi che non erano ad esempio contemplabili 25 anni fa quando venne approvata la legge montagna 97 del 1994, rimasta purtroppo inattuata. Vale la pena di inserire i tratti del dibattito odierno negli scenari più ampi economici e sociali del Paese, ma anche europei e globali. Ha fatto bene il Ministro Provenzano, in chiusura oggi a ricordare che il perno delle politiche è il Green Deal europeo e nazionale. E che servizi e sviluppo corrono paralleli. Ha fatto bene il Ministro, con tanti altri Parlamentari, ad affermare che per montagna e aree interne non bastano le politiche aggiuntive, ma serve agire su quelle ordinarie, con tutti i Ministeri, e con un’azione forte del dare autonomia differenziata alle Regioni accompagnata da un fondo perequativo e da un piano di investimenti infrastrutturali statali per le aree interne. Uncem ci crede”.

Vale la pena evidenziare quanto affermato da diversi Parlamentari oggi e dal Ministro: “Bisogna guardare l’Italia dalle aree del margine, perché ci si accorge, molto spesso, come in quelle realtà, accanto alle difficoltà che noi dobbiamo cercare di affrontare e ai divari che dobbiamo riuscire a colmare, esistono forme di sperimentazione, anche democratiche, importantissime. Esiste un patrimonio di cittadinanza attiva, di esperienze sociali, di vita di comunità, di cui l’Italia ha bisogno”.