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Accelerare il Piano nazionale banda ultralarga, ridurre l’imposizione fiscale sugli interventi in campo ambientale e di natura idrogeologica, avviare le zone economiche speciali montane, sostenere la ripartenza del turismo dei borghi. C’è tutto questo nell’appello che i Sindaci – con Legambiente, Uncem, Fondazione Symbola – presentano in queste ore al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Il documento, sottoscritto da centinaia di Sindaci di piccoli Comuni in tutto il Paese è stato illustrato ieri nel corso di Voler bene all’Italia, Festa dei piccoli Comuni che da 15 anni vede unita la Festa della Repubblica appunto all’impegno nel dare valorizzazione alla rete dei borghi italiani. “La legge 158 del 2017 – evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – è da attuare fino in fondo in tempi strettissimi e occorre definire come destinare i 160 milioni di euro di fondo per investimenti, previsto dalla stessa legge varata all’unanimità del Parlamento. Con Stefano Ciafani ed Ermete Realacci lo abbiamo detto ieri anche al Ministro Boccia e lo ripetiamo oggi al Presidente Conte. La 158 va resa efficace sino in fondo e unita all’attuazione della Strategia delle green communities e del Testo unico forestale. Lavoriamo, forti del ruolo riconosciuto e riconoscibile dei Sindaci in questa fase di emergenza, per dare sostanza e opportunità ai Comuni, con i loro Sindaci che agiscono in stretta unione con il tessuto di imprese e di associazioni, tenendo in vita il tessuto sociale ed economico dei territori”.

 



Il 92% dei prodotti enogastronomici tipici italiani ha il suo domicilio in piccoli Comuni
, mentre i servizi ecosistemici (che secondo stime attendibili valgono 93 miliardi di euro l’anno, quasi il 5% del PIL) presentano nei piccoli Comuni densità più alte: 3.500 euro l’ettaro contro una media di 3.000. La politica dei cammini è di quelle che cercano di fare sintesi: quasi due terzi dei Comuni interessati da questa politica sono piccoli Comuni: 944 dei 1.434 incontrati dai Cammini. La densità imprenditoriale nei piccoli Comuni italiani è di 10,4 imprese per 100 residenti contro una media del Paese di 8,5.  Evidenti però alcune carenze strutturali dei servizi. In particolare, la penalizzazione dei piccoli Comuni nella diffusione della Banda ultralarga si presenta in proporzioni davvero gravi al 2018: con il 17,4% delle utenze servite contro una media nazionale del 66,9. Sul fronte dei livelli di istruzione, nei piccoli Comuni si contano appena 7,1 laureati per 100 abitanti contro una media nazionale del 10,8 peraltro assolutamente insoddisfacente rispetto ai livelli dei paesi Ocse.

Sono alcuni numeri dei 5.552 piccoli Comuni italiani (meno di 5mila abitanti), il 69,7% dei 7.960 Comuni del Paese. Questa rete è al centro della Festa dei piccoli Comuni “Voler bene all’Italia”, promossa da Legambiente, Uncem, Fondazione Symbola. Questa rete offre numerose esperienze di innovazione che disegnano i contorni di un possibile cambio di passo verso un futuro di benessere e sostenibilità, capace di disegnare un argine allo storico abbandono, invecchiamento e spopolamento dei piccoli centri. Considerando che in questi luoghi si conta al 2030 un anziano ogni tre persone e tre anziani per ogni bambino ma anche una casa vuota ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300mila abitanti, e le opere di adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione e decine di migliaia di nuovi addetti. Inoltre, utilizzando un quarto delle superfici coltivate abbandonate negli ultimi 20 anni, avremmo 125 mila nuove aziende agricole di 12 ettari ciascuna, assecondando un già marcato ritorno all’agricoltura di eccellenza italiana.