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Il ruolo del Piemonte sulla riclassificazione dei Comuni montani è decisivo. Non solo perché ieri la Regione, unica alpina insieme ad altre appenniniche, ha chiesto il rinvio dell’esame del decreto, previsto inizialmente per oggi in Conferenza Unificata a Roma. Ma perché dagli anni Cinquanta siamo apripista nelle politiche nazionali per la montagna, avviando percorsi decisivi per il Paese. Così, sono certo che sarà anche oggi. Stiamo lavorando con l’Assessore Gallo per evitare frammentazioni, divisioni, contrazioni di Comuni in classificazioni che niente devono avere di ideologico. Roma non ha mai preso un euro di fondi per la montagna negli ultimi dieci anni. Non facciamo demagogia, non la faccia chi deve evitare polemiche e agire istituzionalmente in un profilo alto e intelligente. Togliere Roma dai Comuni parzialmente montani, additandolo a scandalo della precedente classificazione, e vedere dentro oggi Reggio Calabria, è francamente stupido, poco efficace. Dunque evitiamo di perdere ulteriore tempo nei criteri, nelle classificazioni, negli elenchi. Forse a qualcuno piace che oggi i Sindaci siano arrabbiati e divisi. A noi no. Uncem è con i Sindaci sempre, con le loro Amministrazioni e Comunità. Per noi, il dividi et impera è il male che curiamo con il dialogo e l’ascolto. Politiche per creare fiducia, come detto all’Aquila al Congresso. Andiamo oggi al cuore delle sfide e delle opportunità. Gestiamo concretamente le necessità della montagna e dei Comuni, evitando panico e arrabbiature tra Sindaci e nei Comuni. Uncem dà la disponibilità al Ministro competente per materia di fare un lavoro insieme, se lo vorrà a differenza di oggi, mentre Uncem negli ultimi tre mesi non è stato coinvolto nella stesura del decreto sui Comuni montani. Grave errore voluto da alcuni. Forse perché, da un anno e mezzo diciamo che non va fatto quell’elenco. E così, meglio escluderci. Noi i ponti e le reti le facciamo. Le stendiamo oggi verso il Ministero e chiediamo alle forze politiche di lavorare insieme, all’opposizione in Regione di agire con l’Assessrato per trovare nuove soluzioni alla classificazione, per investire ancor meglio le risorse economiche, per evitare scontri e incomprensioni. Dialogo sempre. È la regola di un buon Sindacato, quale prova a essere Uncem”.

Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.