“Siamo stati gli unici come Uncem a scendere in piazza. Con i Sindaci e con i Cittadini contro le chiusure degli sportelli bancari dei grandi gruppi bancari. Assurde. Gravissime. Chiusure da parte di grandi gruppi multinazionali finanziarizzati che fanno ogni anno 25 miliardi di euro di utili alle spalle dei territori. Abbandonando piccoli Comuni e montagna. Per loro sono, siamo un peso. Hanno scelto maldestramente di non vedere quella carica dei 100mila nuovi abitanti, flussi migratori positivi negli ultimi anni verso le are montane del Paese. Se ne sono fregati. E sono andati via. Poteri forti che dicono NO alla montagna, alle comunità, al risparmio, alle imprese. Siamo scesi in piazza e continueremo a farlo”.
Lo ha detto stamani Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, intervenendo a Napoli al convegno delle Banche di Credito Cooperativo con Federcasse e Confcooperative, con la Federazione lombarda delle BCC.
Bussone è stato durissimo contro le banche che hanno chiuso. Grande apertura a chi entra, a chi arriva, a chi apre, a chi vuole sportelli multiservizio, in accordo con gli Enti locali, ripensando società e territorio. Più forte. “Molte banche ci hanno presi in giro. Hanno lasciato non solo degli sportelli fisici, e non è ora solo un problema di accesso al contante o di tesorerie comunali, come recita il CNEL in una fragilissima proposta di legge che, apparentemente per andare incontro alle banche, va contro Poste Italiane che invece ha rafforzato la rete territoriale in conseguenza della ottima legge sui piccoli Comuni 158/2018 – evidenzia Bussone, con il Presidente Uncem Campania, Vincenzo Luciano – Hanno preso in giro, le grandi banche, le comunità. Dove invece agiscono le BCC con le quali rinsaldiamo un patto comunitario, sinodale, di cammino insieme. È strategico per Comuni insieme, Enti locali, Unioni e Comunità montane. Non siamo area interna o marginale e i dati economici del Rapporto Montagne Italia 2025 lo dicono con forza. Non siamo interni rispetto al centro urbano, alle città. Serve un patto fiscale di riequilibrio anche con loro, i grandi capoluoghi che troppo spesso finiscono dentro i loro confini, senza guardare a cosa sta fuori. Il legame non nuovo, non protocollare, con Confcooperative e le BCC reimposta democrazia ed economia civile per i territori. Che anticipano le risposte ai cambiamenti con Cooperative di Comunità, Associazioni Fondiarie, Comunità Energetiche, Green Community. Le BCC sono pezzo di questo epocale mutamento nel quale le geografie tornano a contare più dei poteri forti, ridefinendo narrazione e futuro. Delle Montagne, dei Comuni, del Paese”.