VERSO DECRETO MAGGIO, TRE SFIDE DEI COMUNI: TRASPORTO PUBBLICO, RISORSE PER COLMARE IL GAP FISCALE, TERMINI DA SPOSTARE. UNCEM: URGENTI LE DECISIONI
Revisione del Codice degli Appalti e accelerazione del Piano banda ultralarga. Due questioni urgenti, secondo Uncem, sottoposte nei giorni scorsi ai Comuni. Ma ancora più “calde” da risolvere, in vista del decreto maggio, sono tre partite fondamentali per gli Enti locali, in particolare i Comuni più piccoli e i territori montani. Da chiarire prima del varo del Decreto, nelle prossime ore, come Uncem ha chiesto al Viceministro Mef Laura Castelli. Primo, il nodo pagamento del trasporto pubblico. I Comuni, a legislazione vigente, devono corrispondere ai gestori del trasporto scolastico i corrispettivi previsti dai contratti per le prestazioni ordinarie, senza alcuna riduzione o penale, anche a fronte delle minori corse effettuate nel periodo dal 23 febbraio al 31 dicembre 2020. Servizi da pagare, anche se non sono stati svolti. Questo causa già enormi difficoltà di bilancio per gli Enti e difficoltà anche per le ditte a incassare le risorse visto che queste si configurerebbero come aiuto di stato. Uncem chiede al Governo di intervenire per evitare un corto circuito che da una parte blocchi i fondi sui bilanci pubblici, dall’altra impedisca alle aziende che erogano il tpl di vedere realmente le risorse.
Seconda questione riguarda le risorse per colmare i gap di entrata degli Enti locali. Tre miliardi previsti. “Il punto – spiega Marco Bussone, Presidente Uncem – è la cifra, ma non solo. Abbiamo chiesto al Viceministro Castelli di precisare bene come vengono ripartiti e a cosa sono destinati o vincolati. I Comuni hanno bisogno di risorse per la spesa corrente in questa fase. E il riparto dei miliardi di euro sul piatto, nel decreto aprile/maggio, deve tener conto anche degli Enti più piccoli, con una base minima dalla quale partire. Se nel riparto vengono agevolate le città metropolitane o comunque gli Enti medio-grandi, non ci siamo. Chiediamo garanzie”.
Ultima questione molto delicata in vista del decreto, sono i termini per i lavori a fronte di contributi statali. Da spostare in avanti. In particolare deve essere rinviato il vincolo per i Comuni di avviare entro il 15 maggio i lavori con i fondi previsti dall’art. 30, comma 14-ter, del decreto legge 34 del 30 aprile 2019, che ha previsto specifici contributi a favore dei Comuni di minor dimensione allo scopo di potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio della collettività. È stata disposta l’assegnazione del fondo di 22,5 milioni di euro per il 2020 a tutti i 1.940 Comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti. Il contributo – pari a 11.597,20 di euro per ciascun Ente locale. Spenderli entro il 15 maggio è praticamente impossibile per gli Enti, che da giorni chiedono di spostare i termini. Almeno di sei mesi. “Serve una circolare del Governo, dei Ministeri competenti – spiega Bussone – che nelle prossime ore dica ai Comuni che se anche non iniziano i lavori entro il 15 maggio, non perdono le risorse. È urgentissimo. Mi auguro entro oggi ci sia un chiarimento in merito”.