VERSO UN’ESTATE DI IMPORTANTI FLUSSI IN MONTAGNA. 5 CONSIGLI [+1] DI UNCEM
1. Luoghi da vivere, luoghi di vita. Scegli con attenzione la tua destinazione. I paesi sono tutti accoglienti ma ognuno ha precise caratteristiche. Scoprile prima di muoverti da casa, consultando siti degli Enti locali o dei Consorzi di Operatori turistici. Non andare a caso e non muoverti per caso. Conoscere prima i luoghi da scoprire è un viaggio nel viaggio, un anticipo di gita che fa bene alla scoperta. La montagna è piena di luoghi da vivere, che però sono luoghi di vita delle comunità che li abitano tutto l’anno. Occorre rispetto, attenzione, senso dei luoghi. La montagna accoglie sempre, le comunità sono in attesa, a braccia aperte, ma serve un patto di rispetto e di fiducia che parta in primo luogo da turisti e persone di passaggio sui territori.
2. Sport e attività outdoor. Non scegliere – a piedi o in bicicletta – percorsi troppo impegnativi, rispetta i tuoi limiti e affronta le attività sportive gradualmente in base alla preparazione fisica. Ogni attività outdoor, a contatto con ambienti ed ecosistemi, fa bene ma va fatta senza andare oltre i propri limiti. Sono già troppi gli incidenti delle ultime ore nelle località alpine e appenniniche. Troppi. Ci sono, anche per questo genere di iniziative, regole per il distanziamento fisico, norme chiare e indicazioni sanitarie per ridurre il rischio di contagio. E per ridurre il rischio di incidenti. Informati e rispettale. Valgono anche sui sentieri, nei torrenti o in parete. Se vuoi fare attività in un comune montano, guarda prima sul sito internet istituzionale dell’Ente se alcuni spazi all’aperto non siano stati limitati nella possibilità di fruizione. Informati bene e comunque non recarti troppo lontano da casa, dando notizie ai parenti rispetto alla destinazione della gita.
3. Bar e ristoranti per te. Sono aperti, sono accoglienti. Rispetta le regole che chiaramente sono esposte come prevedono le linee guida nazionali. Ascolta gli esercenti e non forzare le regole. Distanziamento prima di tutto. All’esterno consumare all’aperto è piacevole ma poi i residui non vanno dispersi nell’ambiente. Consumare prodotti locali nei bar e nei ristoranti è un gesto di amore per i territori.
4. Ambiente è paesaggio. L’ambiente montano che ci piace e ci emoziona è fatto di paesaggi, di borghi, di case e prati, di foreste e acque, di storia e di storie che sono frutti della presenza antropica. Paesaggio è ambiente e comunità che lo plasmano in un’alchimia complessa che va rispettata, tantopiù nel pieno della crisi climatica. Sui sentieri come in un prato, in una strada nel borgo, tra le case, guarda e scopri quel senso di appartenenza delle comunità, gli spazi e i beni comuni, conoscendone peculiarità e culture. In questo sta il senso della scoperta, ogni volta che sali, della montagna che non è parco giochi a beneficio delle città e neanche luogo della wilderness con la natura che fa quel che vuole. Ambiente e comunità insieme sono il paesaggio, sono luogo di vita. Ma non sono cornice sterile per chi arriva e fruisce fugacemente della montagna stessa. Bensì sono spazio di vita di ecosistemi che consentono alle aree montane di continuare a (ri)generarsi dopo troppi decenni di spopolamento e abbandono. Le comunità tornano oggi a essere vissute. Anche grazie a un nuovo turismo.
5. Compra in valle. Ogni volta che sali, anche solo per un’escursione breve, fermati in un negozio del territorio. Nel negozio, acquista i prodotti tipici del territorio e del paese dove ti trovi da portare a casa – o per la tua escursione, per il tuo pic-nic. È un segno di vicinanza al territorio stesso e un atto di sostegno all’economia locale. Grazie a quel gesto, la montagna vivrà. Se quando sei a casa ti piace acquistare on line, scegli i portali che realmente rappresentano il territorio e le sue imprese. Non le grandi piattaforme ma i siti internet “di valle”, di territorio. È fondamentale per sostenere le aziende agricole e artigiane dei territori. Ce lo chiedono loro stesse e ce lo chiede la montagna che oggi torna a vivere, verso un’estate intensa e da non sprecare. Da valorizzare, per tutti.
E poi, una sesta considerazione.
5+1. Non tutto è gratis. Non tutto può essere regalato, gratis. Negli ultimi dieci anni, molti territori montani, alpini e appenninici, in Italia e non solo, hanno sperimentato iniziative per dare un valore a pezzi di territorio che hanno particolare fruizione e tipo di accesso. Non tutto è gratis. Come paghiamo i parcheggi in città, possiamo introdurre alcune aree parcheggio a pagamento nelle aree montane. Tre euro per una giornata, gratis (quindi nessuna tariffa) se mi fermo a mangiare in un bar o in un ristorante del paese dove mi fermo. È una proposta che ogni territorio (meglio i Comuni insieme) possono definire, possono comporre. Non i singoli Enti territoriali da soli. Un parcheggio a pagamento nelle aree montane non è uno scandalo. I proventi, di auto e camper, possono essere reinvestiti dagli Enti per una migliore promozione, per migliori servizi, per nuovi servizi. Ancora, molte aree alpine hanno sperimentato anche alcune aree pic nic delimitate e gestite, con una tariffa molto bassa, ma intelligente. Cinque euro a tavolo ad esempio. I Comuni non hanno le risorse e il personale per questo tipo di organizzazione, ma la gestione di aree delimitate e con servizi, può essere affidata ad associazioni locali, a cooperative, a pro loco. Occorre su questo fronte guardare agli esempi virtuosi nati sulle Alpi e anche copiare bene. Si tratta di una cosa che si può fare subito, con un coordinamento territoriale. Coordinamento anche per capire quali sono i flussi: con le Province si possono strutturare operazioni di monitoraggio, ad esempio con l’installazione di sensori all’ingresso delle valli, sulle strade di accesso, così da avere almeno qualche numero rispetto agli accessi.