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Il taglio dei Parlamentari – da 915 a 600 tra Senatori e Deputati – avrebbe gravi effetti sulla rappresentanza dei territori rurali e montani del Paese. La riduzione degli eletti e l’attuale struttura dei collegi elettorali (uninominali e plurinominali) garantisce infatti le città, che in base ai numeri di abitanti continueranno ad avere un buon numero rappresentanti eletti nelle Camere, mentra penalizza fortemente le aree ad bassa densità demografica con enormi collegi uninominali e plurinominali. Il decreto legislativo 177 del 2020 ha ridefinito i collegi elettorali di Camera e Senato, adottato in attuazione della delega recata dalla legge 51 del 2019. Ne emergono carte dell’Italia “colorate” che lasciano Uncem fortemente perplessa. Scelte che impongono dei correttivi in una legge elettorale, coraggiosa e di visione. Che tenga unito il Paese a partire dalla sua rappresentanza istituzionale, omogenea e certa.

Uncem sottopone da almeno due decenni ai legislatori nazionali e regionali questa necessità di garantire adeguata e certa rappresentanza anche ai territori interni, montani, rurali, quelli a meno densità di popolazione che hanno da sempre avuto minori voti e dunque capacità di eleggere propri Parlamentari visti i numeri ridotti di abitanti, dunque di elettori. Nei sistemi con preferenza, prevalgono le grandi concentrazioni urbane. Un condominio, è evidente, ha molto spesso più elettori di un Comune. Nelle leggi elettorali con collegi o circoscrizioni, più queste sono grandi, meno le aree montane e rurali hanno capacità di incidere nelle scelte ed eleggere persone che provengono da quei territori, dalle zone interne. In un collegio uninominale da 1 milione di abitanti, il baricentro è nettamente spostato sulle zone urbane, sulle città. Se fosse invece più piccolo, nel disegno del collegio si può inserire una compensazione legata all’estensione territoriale.

Nella suddivisione territoriale, vi sono collegi enormi, con oltre cento Comuni: come l’uninominale “Piemonte 1 – U04 Chieri” che conta 186 Comuni per oltre 500mila abitanti! È ben diverso organizzare una campagna elettorale qui rispetto al collegio uninominale “Piemonte 1 – U01”, con un solo pezzo della Città di Torino. Ben 159 Comuni in “Lombardia 2 – U04 Sondrio”. 196 Comuni in “Piemonte 2 – U04 Asti”, che prende anche Comuni cuneesi. 122 Comuni su “Liguria – U01 Savona”. Ben diverso fare una campagna elettorale e poi rappresentare il collegio uninominale “Lazio 1 – U03 Roma (V Municipio)” con 452.702 abitanti, e invece essere nell’uninominale “Lazio 1 – 09 Guidonia Montecelio” con 410.983 abitanti e 63 Comuni. Fortissima la sperequazione territoriale tra collegi che si crea. In Campania, l’uninominale “Campania 2 – U07 Eboli” ha 112 Comuni per 363.642 abitanti. Non va meglio nelle Isole. L’uninominale “Sardegna – U03 Nuoro”, che comprende anche Oristano e provincia, ha 378.196 abitanti in 161 Comuni! Numeri che richiedono correzioni. Urgenti, secondo Uncem.

Una nuova legge elettorale, che Uncem aspica, deve tenere conto di una omogenea rappresentanza per tutti i territori del Paese, anche quelli a più alta dispersione demografica, dove ci sono meno voti. Ad esempio integrando maggiormente Camera e Senato: eletti in una Camera possono essere di aree diverse rispetto all’altra Camera. Si deve puntare, anche con una vera riforma elettorale, sulla coesione e non sulla frammentazione, sui legami tra territori e non sulle nuove sperequazioni territoriali lasciando gli ‘eletti’ si concentrino nelle città. È un tema che interessa l’Italia e molti Paesi europei così come molte Regioni italiane, che spinge molte aree interne oggi a rievocare lo slogan ‘No taxation without representation’ sul quale si è basata la Rivoluzione americana a metà Settecento. Definire come e cosa è la rappresentatività e come il Paese sta insieme grazie alla democrazia elettiva e all’organizzazione istituzionale, migliore possibile, sono urgenze politiche, istituzionali, filosofiche, culturali, economiche che sfidano tutti, che non hanno colori e che auspichiamo possano vedere i partiti, tutto il Parlamento unito nel trovare soluzioni, oltre qualsiasi ideologica demagogia.

 

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