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L’“Agenda Rural” francese e la Strategia per le Aree interne: sono moltissime le analogie dei due programmi nazionali. Guardano al futuro e alla coesione, alla democrazia. Il primo, in Francia, è stato presentato nei giorni scorsi dal Primo Ministro Édouard Philippe e da Jacqueline Gourault, Ministro della Coesione dei territori e delle Relazioni con le comunità territoriali, al Congresso dei Sindaci dell’Associazione dei Comuni rurali francesi. Moltissime proposte sono nate proprio dai primi cittadini che con il Presidente Vanick Berberien – Sindaco di un piccolo paese nella regione della Loira, Gargilesse-Dampierre, 300 abitanti – avevano portato al Parlamento e al Governo francese un Rapporto con 200 misure per i territori rurali. “È importantissimo quanto la Francia sta facendo – spiega Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – L’Agenda conferma la necessità di politiche per le aree rurali a livello europeo, che di fatto l’Italia ha anticipato otto anni fa con la Strategia nazionale per le Aree interne, con 72 aree pilota, che va potenziata e ampliata con fondi europei e nazionali, con una visione condivisa tra i diversi livelli istituzionali”.

L’Agenda rural della Francia si muove su grandi pilastri d’azione: valorizzare la presenza e l’impegno dei giovani, garantire formazione, scuola, lavoro, riorganizzare i servizi pubblici, ma anche facilitare la nascita di “Bistrot”, i bar, luoghi di socialità. Sono centinaia i Comuni francesi che non ne hanno più uno. Proprio come in Italia dove sono 200 i Comuni desertificati commercialmente, e altri 500 a rischio. I bar, i bistrot, sono – secondo il piano francese – prima di tutto luogo di aggregazione, che diventano centro multiservizio, non solo luogo dove bere un caffè. Per i giovani, la Francia riduce i costi degli abbonamenti dei trasporti e agevola la partecipazione ad attività culturali e sportive. Molto avanzato il “piano di accompagnamento per mille piccoli Comuni”, valorizzando il patrimonio edilizio e sviluppando il commercio (come scritto nella nostra legge 158 sui piccoli Comuni). Azione forte sulla digitalizzazione anche grazie al 5G e alle reti da costruire nelle “aree bianche”, proprio come sta avvenendo in Italia grazie al piano Banda ultralarga e al coordinamento di AgCom. Oltre a questo, istruzione superiore a distanza per i giovani, oltre a un piano per la formazione professionale. 600 nuovi medici per le aree rurali francesi. Lo scrive anche la legge italiana vigente. Ancora, 200 “Micro-follies” sui territori, musei digitali di prossimità, spazi flessibili di democrazia culturale e divertimento. A occuparsene saranno tutti i ministeri, con un Comitato interministeriale che nasce ad hoc.

“Si tratta di un grande piano nato dl basso, dai Sindaci, coordinato dall’alto, con una importante regia statale francese – evidenzia Bussone – Per affermare che lo Stato non è lontano dai territori. Tantissime azioni sono modelli di intervento anche per l’Italia, previsti da norme vigenti e altre sperimentali. È positivo vedere nell’Agenda rural molte cose che si stanno facendo nelle aree interne italiane grazie alla Snai. Ma questo impegno francese è decisivo perché lancia con l’Italia e la Spagna “vuota” un appello all’Europa. Deve concretizzarsi l’Agenda per le aree montane e rurali europee che nasce con la programmazione 2021-2027 dalla Risoluzione già approvata dal Parlamento. La Francia e l’Italia insieme, tutti gli altri Paesi dove la coesione è una sfida, con piani che corrono paralleli, svegliano l’Europa dicendo che i nostri territori, le aree rurali sono i luoghi dell’innovazione, che i nostri paesi non sono il margine. E che ‘le aree rurali, come sottolinea il Premier Ministre Philippe, particolarmente innovative, attraggono aziende e dipendenti. Ma continuano a incontrare difficoltà significative. Questo piano mira a consentire a tutti di vivere e lavorare dove vivono, anche in campagna. È anche un supporto essenziale per le migliaia di Sindaci e funzionari eletti locali che combattono per il loro comune’“.