Seguici su:

In una lettera indirizzata ai Vescovi italiani che vivono nelle aree interne, Papa Francesco ricorda che nella Chiesa c’è posto per tutti, che è importante porre sempre gesti di attenzione alla vita, al lavoro, alle famiglie. A Benevento il via al convegno della Cei, convocato per il secondo anno da monsignor Accrocca, più volte anche in contatto con Uncen. A lui e ai Vescovi riuniti a Benevento, vanno gli auguri di buon lavoro della nostra Associazione, di tutta Uncem. Servono nuove sinergie per ravvivare le comunità di aree montane e interne italiane, tra parrocchie e comuni ad esempio, che vivono ormai problemi analoghi.

“Essere lievito nella pasta del mondo” di fronte alle difficoltà dei territori in cui si vive. È la missione che il Papa affida ai Vescovi delle zone italiane interne, quelle a rischio spopolamento, che si sono riuniti da oggi e fino a domani a Benevento, al centro “La Pace”, dove si tiene il convegno organizzato dalla Conferenza episcopale italiana. Un incontro a cui partecipano oltre trenta presuli chiamati a condividere esperienze comuni, pensando ad una pastorale appropriata.  La due giorni si concluderà domani con l’intervento del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi.

“La metropolizzazione progressiva della popolazione italiana sta causando la lenta morte d’interi territori, con grave danno per tutto il Paese”, afferma Accrocca. Parteciperanno presuli provenienti da dodici Regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte. “Quando si registra l’abbandono di una parte del territorio – spiega l’Arcivescovo – è la nazione intera a subirne detrimento, perché un territorio non presidiato dall’uomo sarà sottoposto a una pressione maggiore delle forze della natura, con il rischio di nuovi e accresciuti disastri ambientali, e non si potrà evitare la perdita di parte di quell’immenso patrimonio artistico-architettonico che fa dell’Italia intera un museo a cielo aperto”.

È esattamente quanto Uncem riafferma da vent’anni. E questa sintonia con la Chiesa italiana è molto importante.

L’invito di Francesco ai Vescovi è di camminare in unità, “senza campanilismi”:
“Non stancatevi di porre gesti di attenzione alla vita umana, alla salvaguardia del creato, alla dignità del lavoro, ai problemi delle famiglie, alla situazione degli anziani e di quanti sono ai margini della società. Così sarete immagine dinamica e bella di una Chiesa che vive accanto alle persone, con una predilezione per i più deboli, che è al servizio del popolo santo di Dio perché si edifichi nell’unità della fede, della speranza e della carità”.
https://www.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/31/2022/08/25/Lettera_PapaFrancesco.pdf ]
I Vescovi cercheranno di focalizzare il contributo che le comunità ecclesiali possono offrire al progetto di rilancio delle aree interne, a partire dall’elaborazione di una pastorale ad hoc per questi territori. Quale parola di speranza, cioè, occorre portare in terre che sembrano affette da un desiderio di fuga, con paesi che continuano a perdere gli abitanti più giovani, dove non si trovano quasi più negozi e dove da tempo le scuole, le poste e altri servizi essenziali hanno chiuso i battenti?
https://www.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/31/2022/08/25/Una-pastorale-per-le-Aree-interne.pdf ]
C’è bisogno d’intelligenza politica e pastorale per ravvivare luoghi in cui la vita rischia di finire e dove – paradossalmente – essa può invece assumere una qualità superiore”, rileva Accrocca per il quale “è qui, dove la vita non vuole morire, che si gioca il futuro della nazione ed è qui che il Vangelo deve essere annunciato a misura d’uomo e di territorio”.

Uncem ringrazia i Vescovi per il lavoro che stanno svolgendo e che prosegue con l’incontro di Benevento. Uncem – attraverso il Presidente Marco Bussone e tutti i membri degli Organi istituzionali, con tutti i Comuni e gli Enti – ribadisce la disponibilità a ogni tipo di impegno con la CEI e la Santa Sede – insieme a tutte le Confessioni e religioni – a definire percorsi di inclusione, riorganizzazione dei servizi, costruzione di politiche e di strategie, per la riduzione delle disuguaglianze e il superamento delle sperequazioni, per aiutare chi ha meno e chi non deve essere lasciato indietro, poveri, famiglie meno abbienti, immigrati ed emarginati.