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IN FONDO ALLA NEWS, LA LETTERA MANDATA DA UNCEM SUL TEMA DEL “CARO-ENERGIA”

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I Comuni, grandi e piccoli, stanno avendo non poche difficoltà con gli aumenti dei costi dell’energia per le sedi della PA, a partire dalle scuole. Oltre a questo, risultano molto elevati i costi relativi all’illuminazione pubblica. La contrazione delle risorse nei bilanci, a seguito degli aumenti dei costi dell’energia elettrica, sta costringendo ad esempio molti Comuni a ridurre l’accensione (temporale e non solo) dell’illuminazione pubblica stradale. Con conseguenze non banali sulla sicurezza della cittadinanza, delle comunità. Nonostante tutti gli accorgimenti adottati negli ultimi anni per efficientare le sedi pubbliche e la stessa illuminazione, con risparmi utili e importanti, le stime di previsione relative al 2022 sono impietose e attestano un incremento dei soli costi energetici pari a +40% circa. Stime basate sugli attuali prezzi, ma che, in caso di ulteriori rialzi, saranno da rivedere. Ecco perché secondo Uncem sono necessari interventi compensativi statali e azioni di supporto alle Amministrazioni per evitare rincari gravi e insostenibili, oltre alle relative conseguenze nelle politiche degli Enti.
Come Uncem, stiamo anche lavorando per la nascita e il supporto alle “Comunità energetiche rinnovabili”, nel quadro delle “green communities” (LN 221/2015, art. 72). Queste “CER”, come rilevato anche dalla relazione del Copasir sull’energia, possono essere in parte un antidoto agli aumenti. Rileviamo positivamente nel PNRR la componente per incentivare la nascita delle Comunità energetiche, che vedono proprio i piccoli Comuni e le aree montane dirette e principali protagoniste. Non senza – come scriveva qualche giorno fa l’economista Leonardo Becchetti sul Sole 24 Ore – una forte azione semplificatoria sulle autorizzazioni per nuovi impianti che producano energia rinnovabile. Le CER devono essere incentivate con un’azione politica e culturale che renda più moderno e coeso il Paese.

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“Non ritengo sostenibile e possibile che siano i territori sui quali insistono impianti idroelettrici, invasi grandi e piccoli, impianti di grandi o piccola potenza, a ‘pagare’ il carobollette dell’intero Paese. Un problema enorme, che però non può vedere il prolungamento di concessioni o altri meccanismi ai danni dei territori e delle comunità locali. Lo diciamo al Ministro Cingolani e a tutto il Governo, a tutti i Parlamentari. Il patto con i territori sull’idroelettrico si scrive efficacemente, con soluzioni e non tagli per valorizzare il peso di quegli impianti, l’uso dell’acqua più la forza di gravità, risorse delle montagne italiane. E si individui politicamente, ad esempio, nelle comunità energetiche, una buona formula per ridurre i costi dell’energia a carico delle imprese e delle famiglie”. Così il Presidente nazionale Uncem, Marco Bussone.

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