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[INTRODUZIONE AL DOSSIER]. Non siamo certo soli nel guardare ai Sindaci e agli Amministratori locali, democraticamente eletti, quali figure di riferimento delle comunità e delle autonomie. Sono un pezzo dello Stato che agisce per il futuro dei territori. Delle famiglie, dei singoli, delle comunità stesse che li hanno eletti.

Negli ultimi anni l’azione degli Amministratori locali è finita troppo spesso sotto la lente della Magistratura. Con titoloni urlati sui giornali. Con conseguenze gravi sulle loro vite e famiglie. Con un senso di smarrimento di fronte a loro mancate scelte o decisioni, finite sotto accusa, piuttosto che a fatti accidentali – senza dolo dell’Amministratore – che hanno causato danni a terzi.

Situazioni complesse da esaminare, l’una diversa dall’altra. La magistratura ha aperto fascicoli anche per conseguenze di alluvioni, di allarmi non ben comunicati, di rischi non adeguatamente esaminati e comunicati alle popolazioni. Livorno, Genova, Courmayeur, Parma, Civita… situazioni che, non certo da esaminare qui, ci portano a dire che per i Sindaci servono tutele e strumenti diversi per agire. E che loro stessi devono conoscere meglio la normativa, le opportunità per tutelarsi – comprese quelle assicurative – agire anche per evitare conseguenze giudiziarie. Nelle aule dei tribunali nessuno vuole mai finire e, come diciamo sempre, la Magistratura si rispetta sempre. Tutti i pezzi dello Stato hanno però pari dignità e dunque occorre proteggere anche i più lontani e i meno deboli. Gli “scudi” qualcuno li ha evocati, ma non sono forse la soluzione. Le differenze nelle norme invece possono andare a cesellare e risolvere alcune situazioni più critiche. Aggiungiamo che, i Sindaci e gli Amministratori locali, non sono una corporazione. Non sono una casta e non fanno “un mestiere”. Lavorano a servizio della comunità che gli e le ha eletti ed elette. Dunque sta allo Stato garantire opportuni strumenti di intervento, di azione, di lavoro. Compresa una adeguata indennità. Su questo, dopo decenni di sconfortanti attacchi ideologici, qualche passo importante si sta facendo. Mentre invece, su responsabilità, ruolo, dignità, poco si è fatto. VI sono oggi alcune  proposte di legge interessanti depositate in Parlamento, vi sono state aperture dei Ministeri della Giustizia e degli Interni. Molto lavoro resta da fare.

Per questo, Uncem ha realizzato questo dossier che inquadra – in particolare su abuso d’ufficio e omesso controllo – la situazione e fa alcune proposte. Lo abbiamo fatto grazie all’impegno e alla visione dell’Avv. Sergio Cereda. E poi sono molti altri gli Avvocati e anche i Professori, alti Giuristi, esperti cultori della materia con i quali ci siamo confrontati. Il dossier è indubbiamente parziale. Termina ribadendo che occorre agire sul TUEL e dare buone assicurazioni ai Sindaci (e ai Presidenti degli Enti sovracomunali). Questo è indubbio. La palla ora va a Governo e Parlamento. Non la tengano a lungo. Provino ad agire in tempi rapidi per dare risposte a chi ogni giorno lavora sul territorio con immensa fatica. Facciamo in modo, tutti insieme, che si riduca il rischio di errore, di essere  inseguiti da querele, di avere a che fare con le aule dei tribunali per competenze e responsabilità delle quali il Sindaco farebbe a meno. Senza però andare a incidere – il sentiero è stretto – su responsabilità e capacità piena del ruolo. Lavoriamoci.