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I bambini e i ragazzi dei centri estivi andranno in montagna? Torino pensa a soluzioni per delocalizzare le attività a giugno e luglio sui territori? Uncem – in attesa di disposizioni degli esperti e del comitato tecnico-scientifico nazionale – è pronta ad accoglierli e a fare un patto con le tante scuole, le cooperative, gli oratori, le strutture che organizzano iniziative per gli under 20 per definire un piano che di fatto non è per Uncem nuovo. Da dieci anni, con tour operator quali BusCompany Linea Verde Viaggi o VIC, Uncem ha costruito un’offerta ricchissima di proposte, uno o più giorni, perfette per gli studenti. Per andare “A scuola di Montagna”, tutto l’anno. Ragazzi insieme, con le classi, e poi con le loro famiglie. A prezzi anticrisi, per scoprire i territori divertendosi, per un modo nuovo di conoscere le aree montane che non sono “contorno” o “parco giochi” per le aree urbane, bensì luogo di apprendimento anche in questa fase di emergenza. Attenzione: non solo passeggiate, escursioni, sport. Queste componenti sono fondamentali, ma ne servono altre: storia, cultura, borghi, incontri con artigiani e imprese agricole. Vivere la dimensione vera della comunità. Questo per Uncem è importante.

“Uncem ha accolto con favore la proposta di Francesco Tresso, in Consiglio comunale a Torino, e di altri, per guardare alla montagna come luogo che educa – spiegano Marco Bussone e Lido Riba, Presidenti nazionale e regionale Uncem – È quello che vogliamo, che da dieci anni abbiamo costruito, ad esempio con Emanuela Galleano e tanti altri Amici, tanti Comuni, imprese, centri educativi. Pensiamo alla Fabbrica dei Suoni di Venasca, all’Acqua che accende la lampadina nel Parco del Gran Paradiso, a Entracque piuttosto che a Usseglio con le sue produzioni di Toma e gli alpeggi della Val Maira. Dunque dobbiamo lavorare insieme, aree urbane e montane. I centri estivi si possono fare in montagna. I territori, i comuni accolgono. Lavoriamo con strutture di formazione, scuole, ovviamente d’intesa con l’Assessore regionale Poggio, il Vicepresidente Carosso e la DMO. Siamo pronti a un tavolo, che proponiamo. Non sprechiamo questa occasione. Garantendo sicurezza, si può fare un lavoro raffinato e a vantaggio di formazione, sport e svago dei bambini e dei ragazzi che dopo due mesi o più in casa possono trovare nelle zone montane alpine e appenniniche, in Piemonte e non solo, la risposta alla necessità di nuovo rapporto con la natura. Che fa bene. Le comunità accolgono. Specialmente ora e nell’estate che viene”.