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Uncem dice NO alla riduzione delle edizioni del TGR sulla terza rete della TV pubblica. La decisione di eliminare l’edizione notturna – tra le 23 e mezzanotte, ogni giorno, Rai3 – sarebbe stata presa unilateralmente dai vertici RAI nei giorni scorsi e comunicata improvvisamente alle redazioni regionali. Che – come Uncem ha sempre sostenuto – sono essenza del servizio pubblico, vera differenza anche rispetto ad altri servizi pubblici europei.

Uncem aveva chiesto l’esatto opposto a quello che sarebbe stato deciso dall’AD RAI Fuortes, in una lettera aperta inviata il 17 luglio 2021, proprio all’indomani della nomina del nuovo CDA RAI. La riportiamo in calce. Uncem aveva auspicato – e auspica oggi – un rafforzamento dell’informazione regionale, raddoppiata nei tempi, con uno snodo decisivo sulla comunicazione dei territori. Le redazioni della TGR sono in grado di farlo – evidenzia il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone – grazie a una nuova sinergia con gli Enti territoriali. Con Comuni, Comunità montane, Unioni montane di Comuni, si possono dare nuove linee di azione al servizio pubblico, capace di raccontare i “paesi che fanno il Paese”. Uncem si era già opposta, dieci anni fa, alla chiusura di TGR Montagne, intuizione forte e intelligente, come lo è Leonardo. Oggi la dissipazione di una terza edizione della TGR – Uncem lo ribadisce ai vertici RAI, ma anche al Governo, ai Parlamentari, alla Commissione di Vigilanza – rischia di mettere in crisi il rapporto della RAI con i territori. Uncem ha sottoscritto un accordo con RAI, e con il Settore tecnico che si occupa di trasmissione dei segnali, per dare migliore copertura a troppi territori ancora scoperti, in particolare oggi mentre stanno cambiando frequenze e standard del digitale terrestre. Del problema, Uncem ha già parlato con i Vertici del Ministero dello Sviluppo economico e del Ministero della Digitalizzazione. Come emerge dalla lettera aperta di luglio, le sfide sono collegate: maggior informazione – e nessuna riduzione della terza edizione della TGR – unite a investimenti RAI sui territori. Uomini e mezzi per raccontare l’Italia ed essere “servizio pubblico vero”.

Uncem auspica una presa di posizione del Governo e del Parlamento, con la Commissione di Vigilanza RAI, che accolga le istanze di Uncem e dei Comuni per valorizzare e salvaguardare edizioni e spazi del TGR. Per dare corpo alle dieci proposte volte a una Rai più forte sui territori.

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LETTERA APERTA UNCEM del 17 luglio 2021

ALLA PRESIDENTE
DELLA RAI
MARINELLA SOLDI

ALL’AMMINISTRATORE DELEGATO
DELLA RAI
CARLO FUORTES

AI MEMBRI DEL CDA
DELLA RAI
FRANCESCA BRIA
SIMONA AGNES
IGOR DE BLASIO
ALESSANDRO DI MAJO
RICCARDO LAGANA’

E ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE
DI VIGILANZA RAI

Oggetto: Dieci proposte per la Rai sui territori

La Rai è la più grande Azienda che produce cultura e intrattenimento in Italia. Assicura il Servizio pubblico radio-televisivo nel Paese ed è in rete con i più grandi broadcaster europei.

Uncem ha avviato negli ultimi anni un dialogo virtuoso con i Vertici Rai, rinnovati nei giorni scorsi, per comporre alcune urgenze che interessano i territori rurali, montani, interni del Paese. L’azione con il CTO Rai ing. Stefano Ciccotti ha permesso di definire un protocollo d’intesa, titolo “Rai per i territori montani” volto in particolare a sperimentazioni sulla diffusione del segnale radio-televisivo nelle zone alpine e appenniniche. Sperimentazione che prosegue oggi e che, per la prima volta, ha riaffermato la necessità di garantire migliore copertura a tutto il Paese, anche nelle zone più complesse mappate da AgCom e Co.Re.Com.

Uncem sottopone al Cda Rai, ai Vertici dell’Azienda appena nominati, alla Presidente e all’Amministratore Delegato, dieci proposte in questa lettera aperta. Se la Rai è vero servizio pubblico, e ci crediamo, il dialogo con chi rappresenta i Comuni e i territori montani deve proseguire e intensificarsi, nell’interesse delle comunità e della coesione nazionale, del patto tra grandi Imprese dello Stato ed Enti territoriali, per migliori servizi e interazione tra centri di cultura, pensiero, azione e zone rurali, montane, interne dell’Italia.
Dieci proposte di lavoro insieme.

Copertura del segnale radiotelevisivo
L’imminente cambio di frequenze non può essere affrontato solo con una campagna, sostenuta da risorse statali, per la sostituzione degli apparecchi televisivi. Che comunque va raccontata meglio nelle prossime settimane, in mezzo a molta distrazione dovuta evidentemente alla pandemia. Molti Enti territoriali montani – Comuni, Comunità montane, Unioni montane di Comuni – sono proprietari e gestiscono, fanno manutenzione a decine di impianti radio-televisivi per la diffusione del segnale. Non ci fossero sarebbero milioni gli italiani che non vedrebbero i canali Rai e l’intero bouquet televisivo. Gestiscono quei ripetitori nell’interesse dei cittadini, è chiaro, ma anche della Rai. Insieme dobbiamo individuare risorse – ad esempio dalla tassa di possesso sui televisori d’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico – per la sostituzione di impianti obsoleti di proprietà degli Enti locali montani, per evitare l’interruzione di pubblico servizio a causa dell’impossibilità di manutenzione straordinaria sugli impianti. Le sperimentazioni avviate con la Direzione tecnica, con il CTO Rai, con Rai Way, con il Centro Ricerche devono continuare. E stanno proseguendo con ottima interazione di Uncem. Ma con Rai dobbiamo anche dare precise informazioni agli Enti proprietari di impianti e ripetitori per la trasmissione del segnale, affinché abbiano gli opportuni elementi per affrontare il nuovo switch-off del digitale terrestre dei prossimi mesi. Risorse economiche e (in)formazione vanno attivate subito, insieme.

Tgr in tempi raddoppiati
L’informazione regionale è importantissima per i territori e per gli Enti locali. È vero servizio pubblico che differenzia la Rai da altre aziende e crediamo che il Tgr possa essere esteso nei tempi, almeno nelle due edizioni delle 14 e delle 19,30. Come in alcune Regioni italiane, il tempo del Tgr è raddoppiabile, con maggior numero di servizi, approfondimenti, inchieste, analisi dei territori. Siamo a disposizione per unire contenuti, individuare notizie, coinvolgere gli Enti locali. L’informazione è la fonte della coesione.

Digitalizzione
Il digital divide è una grande emergenza del Paese. Uncem lo denuncia da dieci anni. Gran parte del territorio montano italiano (il 54%) naviga in internet a velocità non adeguate e in linea con gli altri Paesi UE, oltre che molto più basse rispetto alle zone urbane. Lo abbiamo capito nel corso del primo lockdown tra telelavoro e dad, call e zoom. Ma le sperequazioni sono emerse con forza. Con Rai possiamo fare un lavoro congiunto per portare infrastrutture di rete e soprattutto una nuova digitalizzazione, nuove competenze e piattaforme. Dobbiamo vincere insieme quelle sperequazioni che diventano disuguaglianze. Diversi “segnali” per territori migliori e più uniti. Migliori piattaforme di diffusione, studiate ad hoc con l’obiettivo di superare il divario digitale territoriale. Lavoriamoci.

Per le lingue madri
Le minoranze linguistiche in Italia non sono sub-cultura. Sono emblematiche della storia e delle tradizioni di molti territori, in particolare montani. Le minoranze linguistiche sono “lingue madri”. La Rai potenzi le trasmissione a diffusione locale in lingua minoritaria. Lo prevede la legge nazionale 482/1999, ma in un articolo mai attuato. È il momento giusto, per aumentare la vicinanza della Rai alle comunità dei territori.

Tgr Montagne e LineaBianca
Quando è stato chiuso Tgr Montagne, unico tg in Europa dedicato alla montagna e ai territori, Uncem avviò una mobilitazione inascoltata dai vertici Rai di allora. È stata una scelta grave, negativa. Tgr Montagne deve essere riattivato con uno spazio importante in prima o seconda serata, una edizione la settimana, un tg di approfondimento e storie. Non ne mancano e Uncem le può trovare con le redazioni regionali della Tgr. Anche LineaBianca deve essere parallelamente rafforzato. Ha innestato un buon modo di raccontare la montagna, parallelo a LineaVerde e a LineaBlu, e va reso stabile in tutto l’anno. Non solo neve e cime. Ma paesaggi, territori, comunità, futuro, borghi veri e vivi. LineaBianca e Tgr Montagne sono la Rai sui territori nei contenuti e nel racconto al grande pubblico.

Formazione informazione con Enti
Facciamo insieme formazione, oltre che informazione, agli Enti locali. Cosa è una notizia, cosa sono un racconto e una “storia”… Portiamo insieme, Rai e Uncem, questo dialogo con gli Amministratori locali per formarli e renderli protagonisti di un servizio pubblico che li ritiene al centro di un processo democratico. Abbiamo bisogno di formazione per Sindaci e Amministratori locali. Rai è azienda che fa cultura. E in questo sta un lavoro inclusivo che deve coinvolgere anche le Emittenti locali e regionali.

Sezione Borghi e Montagne sul nuovo sito rai di informazione
Il nuovo sito di informazione Rai, più volte annunciato, non potrà non avere una sezione “Borghi e Montagne”. Uno spazio dedicato alle notizie e alle storie dei territori. Costruiamolo insieme. Storie e notizie non mancano.

Docufilm sulla vita e sul futuro delle montagne
Rai Fiction, Rai Cultura… produciamo insieme con Uncem e il supporto delle Film Commission (come previsto dalla legge nazionale sui piccoli Comuni 158/2017) un docufilm, o anche una “serie-tv” sui mestieri, sulla vita, sui borghi vivi e sul futuro delle montagne. Così usciremo da “Heidi” e dagli stereotipi che purtroppo annacquano la montagna troppo spesso raccontata come baite e gerani, boschi intoccabili fauna amica sempre, oppure alpinismo ed escursionismo, turismo un po’ attempato e fighetto. I territori sono molto altro. Sono turismo di qualità, sostenibilità, green communities, economie difficili zootecniche e agricole, produzioni faticose agroalimentari di alta qualità, borghi da comporre e da rendere vivi, comunità che fanno cooperative e produzione, lavoro, riorganizzazione di servizi, nuove scuole, nuovi trasporti, nuova sanità territoriale affrontando la mancanza di medici e pediatri di base, impegno politico per plasmare norme e qualità di opportunità. Montagna è anche fuga di famiglie perché non ci sono asili nido, ritorno perché la crisi la vinciamo lì, funerali di “colonne” dei territori e nascite. Rai sa bene che “il vento ha fatto il suo giro” e i riflettori che dobbiamo accendere non sono quelli di una ricostruzione di un villaggio riprodotto a Cinecittà, bensì luci sui paesaggi plasmati dalla forza delle comunità sulle Alpi, sugli Appennini, nelle Isole. Raccontiamo la montagna vera, con le sue specificità territoriali, in un docufilm o in una serie-tv. Vinciamo così luoghi comuni e stereotipi. A farlo con noi vi sono decine di Enti e Università, Associazioni e gruppi: mai come negli ultimi dieci anni ne sono nati a si sono rafforzati. Cito Unimont, la Fondazione Montagne Italia, la Federazione delle Aree interne, Eurach, Formont, Istituto di Architettura Montana, Riabitare l’Italia… E moltissimi altri. Sono con noi nella partita che la Rai gioca per i territori montani, rurali, interni.

Sezione di film di montagna (non solo alpinismo) su RaiPlay
RaiPlay è una positiva piattaforma che non può non avere una selezione di film di montagna (non solo di alpinismo e alpinisti) al suo interno. Alcuni già ci sono. Altri possono essere aggiunti, anche con positive collaborazioni con il Trento Film Festival, con Nuovi Mondi Festival… e altre rassegne che stanno scrivendo la storia delle montagne sul piccolo e sul grande schermo. Non è banale. Cultura e servizio pubblico sono anche questo.

Un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori
Insieme, Rai e Uncem, possono organizzare con il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie di Palazzo Chigi, dove è insediata la Direzione Montagna, almeno un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori. Un’occasione preziosa di approfondimento, analisi, che diventi modello internazionale di lavoro sul rapporto tra territori e cultura, coinvolgendo Soggetti pubblici e privati grandi e piccoli. La Rai guida un processo per capire come cultura e comunità stanno nella moderna comunicazione, nei flussi di dati e negli scambi, nelle aperture di territori che non sono riserve indiane, bensì luoghi della relazione, aperti.

Su tutto questo e su altri elementi, Uncem propone al Cda, alla Presidente e all’Ad neoeletti di fare un percorso insieme. Un incontro e un dialogo. Un lavoro per ricollocare la Rai sui territori.
Offriamo impegno e strumenti, scientificità e relazione con le Amministrazioni locali e le comunità. A beneficio, per quanto potremo, della coesione e della ripresa del Paese.

Con viva cordialità,

Marco Bussone
Presidente nazionale Uncem
Unione nazionale Comuni Comunità Enti montani
con gli Organi dell’Associazione