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“Le scuole di montagna vanno salvaguardate e occorre investire per valorizzarle, sostenendo l’impegno dei Sindaci uniti ai Dirigenti scolastici. Regioni e Stato devono fare di più. Solo alcune Regioni, troppo poche, hanno un fondo per le scuole di montanga, per pagare insegnanti attraverso Comuni e Comunità montane, per sdoppiare pluriclassi, per pagare attività e progetti extracurricolari. Dovrebbero averlo tutte le Regioni. Anche perché sono moltissimi i Comuni montani che investono risorse nelle scuole di montagna, in particolare per progetti, come la ‘scuola senza zaino’, per dotare i bambini e ragazzi di ipad e computer, per corsi di arte, linghe, laboratori di informatica. Fanno bene. Abbiamo la necessità di non subire tagli alle sezioni e ai docenti. Uncem insiste affinché, nella definizione nazionale dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, si considerino le scuole di montagna con numeri peculiari e differenziati, sia per l’organico sia per il numero di classi. Sindaci, insegnanti, dirigenti sono impegnati di innovare metodi e opportunità nella didattica. Non bastano nuovi edifici, e comunque gli investimenti ci sono stati in opere e sono preziosi. Serve investire sul capitale umano, docenti ed educatori, psicologi e animatori delle scuole, pezzo portante dei nostri paesi. Sugli asili nido mi auguro il Ministero non faccia più gli errori compiuti nell’ultimo bando PNRR di maggio, mettendo tutti contro tutti i Comuni, non considerando Unioni e Comunità montane, veri Enti di programmazione sociale e formativa. I Comuni montani sulle scuole hanno dimostrato capacità di azione e velocità, non sempre riscontrati nei plessi delle aree urbane. Un impegno che le Regioni devono avere presente e sul quale devono investire, con il Ministero, opportune risorse economiche”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem,