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Con grande emozione a Saluzzo ieri sera, nel teatro Olivero, il Presidente nazionale Marco Bussone, il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, il Presidente onorario Lido Riba hanno ricevuto, per tutta Uncem, il Premio Aimar “Comunicare la Montagna”. A consegnarlo sono stati i vertici della Fondazione Goria, Marco Goria e Carlo Cerrato, con Alberto Gedda e la famiglia di Gianni, artista e pubblicitario che ha svolto la sua attività in Valle Po sino alla morte. Il premio riconosce l’impegno di Uncem nell’essere piattaforma di dialogo e condivisione tra Sindaci, Amministratori pubblici, imprese, accademia e comunità dei territori. Un’azione di comunicazione verso l’interno e verso l’esterno che Uncem esercita da 70 anni: nel 2022 la cifra tonda del compleanno. Sette decenni che – secondo la Fondazione Goria – sono stati intensi e, pur tra mille sfide, capaci di accendere riflettori sulle necessità delle montagne italiane in particolare nei confronti di Parlamento, Governi, Regioni.

“Abbiamo sempre provato ad avere un’idea di futuro. E questa ci ha permesso di esserci e crescere”, ha detto Lido Riba. “Dentro il premio a Uncem ci sono tutte quelle imprese che tengono in vita ai territori. Penso ai Louvertin di Barge e in loro a cento, mille altre aziende e imprenditori e professionisti di tutte le Alpi e degli Appennini. In loro ci riconosciamo e unendoci a loro, alle loro istanze, con i Sindaci e i territori, Uncem è” – aggiunge oggi Roberto Colombero. “Nelle complessità del presente, della Politica e delle Istituzioni abbiamo sempre provato a rimanere profondamente radicati nei paesi, a contatto con comunità, aziende, Amministrazioni naturalmente. E allo stesso tempo ad alzare lo sguardo verso le traiettorie italiane ed europee che rimettono al centro i territori, senza ideologie, luoghi comuni e retorica” – riflette Marco Bussone. “Ringraziamo – proseguono Colombero e Bussone – la Fondazione Goria. Marco Goria e Carlo Cerrato in particolare. Ci hanno emozionato in una serata bellissima a Saluzzo con il Coro dei Polifonici del Marchesato. E vogliamo anche ringraziare Saluzzo. Perché la Città sta facendo un percorso metromontano che sarebbe assurdo e stupido derubricare a buona pratica o ad avanguardia. Quello che si fa qui con le Terres Monviso, valli e città, urbano e montano insieme, è l’Italia. È il comporre la complessità che rende il Paese coeso e uno”.