Seguici su:

“Un dovere forte di responsabilità”, “una conoscenza che si alimenta con l’approfondimento”. Perché “non possiamo stare zitti e inerti di fronte al male, anche quello fatto alla terra”. Occorre avere “speranza di un’etica pubblica” e “sentirsi parte di una comunità, con impegno”. “La speranza è un bene comune, fragile, va distribuita, per questo occorre ripartire da chi è stato escluso”. Ma “non possiamo correre il rischio di sentirci comodamente dalla parte giusta”, “i diritti sono il presupposto di ogni progresso sociale, civile, economico”. “Non venga meno il nostro essere sognatori. Facciamo cose insieme, perché anche se io sono, se tutti noi siamo piccoli e fragili, dobbiamo credere nel Noi“. Don Luigi Ciotti ha concluso così ad Auronzo di Cadore il corso di tre giorni promosso da CasaComune, ultima gemmazione del Gruppo Abele. Cento persone per questo primo focus dedicato alle “Montagne” promosso d’intesa con Diocesi di Belluno e Uncem. A guidare il corso – accanto a relatori come Luca Mercalli, Andrea Membretti, Grammenos Mastrojeni, Vanda Bonardo, Cesare Lasen e anche al drammaturgo Marco Paolini – è stata Mirta Da Prà, come don Ciotti originaria del Cadore e impegnata da anni nel contrasto della tratta al Gruppo Abele.

Al corso è intervenuto anche il Presidente Uncem Marco Bussone, con il Presidente Uncem Veneto Ennio Vigne. Presente il Vescovo di Belluno, mons. Renato Marangoni. Tra i partecipanti, dieci giovani che hanno seguito un percorso di formazione con il Gruppo di Azione locale Prealpi e Dolomiti, diretto da Matteo Aguanno. “Tre giorni importantissimi – evidenzia Bussone – di analisi, dialogo, legami. Le nostre comunità ne sono maestre, la loro storia si basa su questi valori, ma andare alla scuola della comunione, parlando come ad Auronzo di questioni molto concrete e facendosi domande rispetto al futuro dei territori montani, è preziosissimo. Ringrazio la Sindaca di Auronzo, Tatiana Pais Becher, per il suo grande impegno. Abbiamo seguito il corso insieme e l’Enciclica Laudato Si conferma la forza nell’aprire una strada che è quella dell’Ecologia integrata, ma anche dell’economia civile che trasforma i territori, li plasma e li porta nel futuro riducendo disuguaglianze e sperequazioni. Dialogo prima di tutto. CasaComune, con la sua scuola-azione, ce lo insegna e Uncem è onorata di aver intrapreso questo percorso insieme a Don Ciotti, a CasaComune e a una partecipazione delle comunità che diventano lievito per ricostruire tessuto sociale e politiche territoriali. Ne abbiamo grande bisogno”.