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Il blocco della ristorazione, dei bar, dei pub, delle gelaterie, delle pasticcerie dopo le 18 va rivisto con urgenza. Sbloccato, soprattutto per i Comuni piccoli e i territori montani, dove queste attività rappresentano in moltissimi casi l’unico presidio economico, insieme a uno o pochi negozi di alimentari. Bar e ristoranti nei Comuni delle Alpi e degli Appennini hanno saputo negli ultimi mesi riorganizzare afflussi e accessi, produzione e somministrazione. Non andavano bloccati alle 18. Come hanno ribadito nelle ultime ore le Organizzazioni delle imprese agricole, si mettono a rischio filiere agroalimentari con diversi miliardi di danni previsti. Si riveda il sistema di chiusure, portandole almeno alle ore 22. I ristoratori e i gestori dei bar hanno già fortemente limitato sedute e posti. Stavano prendendo un assetto che oggi subisce un brusco arresto. Chiediamo al Governo di rivedere con Regioni ed Enti locali il limite delle ore 18 previsto dal DPCM del 24 ottobre. Molte imprese rischiano di morire e così cresce la ‘desertificazione commerciale’ che Uncem da sempre denuncia, visti i già 200 Comuni montani in Italia senza un negozio e senza un bar”. Lo affermano Tiziano Maffezzini, Presidente Uncem Lombardia, Vincenzo Luciano, Presidente Uncem Campania, e Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale.
Uncem con il Presidente nazionale e tutti i Presidenti delle Delegazioni regionali condannano duramente coloro che nella serata di ieri hanno saccheggiato, distrutto e con scene da guerriglia gettato il panico nei centri delle città capoluogo. Uncem e i suoi vertici si uniscono ai commercianti che hanno subito questa assurda devastazione, ma anche alle Associazioni di categoria che avevano promosso pacifiche. La violenza le ha inquinate ed è gravissimo. Inaccettabile.
Uncem ha chiesto al Governo di modificare il DPCM nella parte relativa alla chiusura di bar e ristoranti, permettendone l’apertura fino alle ore 22 nei piccoli Comuni e nei Comuni montani italiani. Qui, gli eserci commerciali e di somministrazione sono spesso le uniche e sole attività economiche. Uncem ha anche ricordato come occorra evitare si allunghi l’elenco dei 200 Comuni italiani senza più un negozio o un bar, desertificati commercialmente. Lo ribadisce oggi.
“Non c’è nessun rischio assembramento nei bar, nelle pasticcerie e nei piccoli ristoranti e pizzerie dei piccoli Comuni e nei Comuni montani della Sardegna, c’è al contrario il rischio che intere comunità soffrano ancora di più l’abbandono, il disagio sociale ed il crollo economico dopo mesi di lavoro e investimenti per rispettare le regole. Queste piccole e piccolissime imprese rappresentano presidi economici indispensabili per i nostri territori, insieme alle piccole e piccolissime imprese culturali e alle palestre”, sottolinea Daniela Falconi, Sindaca di Fonni e neoeletta Presidente Uncem Sardegna.
 “Non si può che essere in sintonia con quanto richiesto da Uncem in merito alla chiusura imposta ai bar e ristoranti con l’entrata in vigore del DPCM 24 Ottobre 2020, che risulta essere gravemente penalizzante in special modo per le attività operanti nei piccoli comuni e nelle aree montane – afferma Rocco Rosano, Sindaco di Castelsaraceno, neoeletto Presidente Uncem Basilicata – Pur non sottovalutando i rischi legati alle possibilità di contagio in questi luoghi, si dovrebbero considerare con maggiore attenzione anche le difficoltà economiche che con questo provvedimento si vanno ad amplificare nel già debole tessuto sociale e produttivo delle piccole comunità montane. Una possibile rivalutazione del provvedimento potrebbe essere quella della chiusura alle ore 22 di tutte le attività di ristorazione con aperture fissate dalle 5 alle 14,30 e dalle 15,30 alle 22 con l’obbligo di sanificazione dei locali nell’intervallo di chiusura. Si demandi ai Sindaci la valutazione caso per caso di emanare ulteriori provvedimenti restrittivi. È evidente sul piano nazionale e regionale che i maggiori problemi sono evidenziabili altrove e in particolar modo nell’organizzazione della sanità, degli ospedali e nel sistema di trasporto pubblico. Si intervenga con la massima tempestività e urgenza per non rischiare di portare al collasso la maggior parte delle imprese ed evitare di accrescere la ‘desertificazione commerciale’ che da anni Uncem denuncia come uno dei maggiori campanelli d’allarme per la tenuta in vita dei piccoli Comuni”.
Al Governo Uncem ha inviato oggi una lettera per chiedere misure differenziate – afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – Tra aree urbane e zone montane, vi sono profonde differenze nella fruizione di servizi di bar e ristoranti. Numeri e modalità di accessi ben diversi. Che vanno individuati ed evidenziati. Chiudere tutto, in città come nelle zone interne e montane del Piemonte e del Paese non serve. Una revisione del DPCM è possibile”.