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Le Sindache di Cavallino-Treporti e di Castiglione della Pescaia, con altri Colleghi, hanno aperto nelle scorse ore un dibattito che ci convince e che non certo ci sorprende. Bello, moderno, intenso. Pongono con altri Sindaci di Comuni sul mare, turistici, il tema istituzionale, di cosa sono i loro Comuni pieni di turisti d’estate, che non sono affatto borghi, che hanno necessità di garantire servizi e opportunità per una popolazione che tra giugno e settembre decuplica, che hanno urgenze organizzative. Non ci leggo affatto rivendicazioni. Ci leggo un appello vero, che raccogliamo subito. Ma la questione è ben più ampia. E riguarda il futuro del Paese. Come siamo organizzati, cosa siamo e per chi. Da venticinque Uncem pone forte e chiaro il tema centrale per l’Italia. Lo abbiamo fatto anche a Caraglio ricordando Lido Riba, sabato, e in tante occasioni nelle ultime settimane [domani a Fabriano]. Ovvero come ripensiamo i paesi insieme, la fiscalità sugli ambiti territoriali con vero riequilibrio oltre i confini amministrativi, come siamo comunità e come la comunità diventa istituzione. Togliendo legami effimeri e mossi da interessi parziali e temporanei. Il Tema dei temi è la forza delle Istituzioni e i Comuni insieme. Ora i Sindaci, Sindache, dei Comuni costieri ci portano il tema delle ‘comunità marine‘. Freschissimo questo nome e questo tema. Per noi le Comunità montane sono pezzo di Storia e ancora di futuro, non sono finite, sono moderne, copiate da altri Paesi europei, distrutte in alcuni contesti regionali da ideologie politiche già fallite, capaci di stare nella trasformazione climatica ed energetica diventando vere Green Communityies. Abbiamo nel Paese 491 aggregazioni comunali, e in particolare le Unioni di Comuni e le Unioni montane devono essere rafforzate dal legislatore. Sono antidoto alla solitudine, ai Comuni soli con i loro soldini e le loro opere, solo apparentemente salvezza nelle sfide dure del presente e del futuro. Ci piacevano di più le ‘Comunità montane’ rispetto alle Unioni, e alla loro forza, unità, occorre tornare dando senso ai segni dei tempi. Ma guarda un po’, per mare e per montagna, per i Comuni sui versanti e sulle Alpi e sugli Appennini, serve una Visione. Che c’è – ricordiamolo! – nella disattesa e mistificata legge sui piccoli Comuni 158/2017. Articolo 13. Comuni insieme. Visione che c’è negli articoli 70, 71, 72 della legge sulla Green economy del 2015. Che c’era nella legge 1101/1971 o nell’articolo 28 del TUEL, sulle Comunità montane, e visione che dobbiamo avere oggi. Altro che bandi continui e PNRR montato sui municipi e con i ‘bravi Comuni capaci di spendere’… Queste Sindache marine ci trovano preparati e pronti al patto, a chiedere a Governo, Parlamento, Regioni, insieme, sinergie, patti tra territori, interventi per personale e fiscalità, di incentivare il lavoro insieme tra Comuni, legami tra urbano, marino, montano rurale. E servono nuove forti Comunità-Unioni e dunque coesione, fiscalità non derivata, autonomie degne del nome, sinergie e perequazione tra Comuni più uniti. Insieme. Brave Roberta Nesto ed Elena Nappi tra tutti. Comunità Marine e Comunità montane. Comunità. Insieme. Dunque, ci serve Politica”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.