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È fragile la montagna. Il cambiamento climatico rende ancor più fragile quello che era giù un corpo complesso, beni collettivi da proteggere. Lo abbiamo visto oggi ancora una volta oggi nel crollo sulla Marmolada. Sappiamo che frane di roccia e di ghiaccio vi saranno ancora. Gli ecosistemi si stanno infragilendo. Così le rocce anche per effetto della contrazione dei ghiacciai e della riduzione delle precipitazioni. Prevenire è complesso. Sbagliato però dire che ‘la montagna uccide’. La crisi ecologica e ambientale che viviamo rende la montagna più fragile, problema serio di una collettività, del nostro Paese, che non può passare oltre. Uncem ringrazia soccorritori, volontari, forze dell’ordine al lavoro sulla Normale della Marmolada, sui versanti, negli ospedali in queste ore. Uncem si unisce alle famiglie delle vittime, con commozione.

Le montagne sono fragili e vi è bisogno di una attenta riflessione sull’accesso e sulla fruizione al tempo del cambiamentoi climatico. Con il permafrost che si scioglie e i distacchi di roccia che sono sempre più frequenti, non basta raccomandare prudenza quando si fanno escursioni sotto i saracchi. Occorre ragionare sulle regole. Se le regole che ci sono, siano o meno adeguate. ‘Come si è sempre fatto’, come si è sempre andato in montagna, non funziona più. Vanno messi precisi limiti e anche restrizioni alla fruizione. In certe aree complesse, in certi periodi dell’anno, non si va. E non si può andare. Se la montagna non è un parco giochi, e Uncem da sempre crede non lo sia, mettiamo delle regole. E limiti chiari.