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Auguri alla Rai che oggi compie 70 anni – proprio come Uncem – e ha un grande futuro davanti. Ma l’impegno della Rai per le Montagne italiane deve crescere. Non troppo è stato fatto in questi 7 decenni dal servizio pubblico. E molto dobbiamo costruire per i territori montani italiani. A partire a questi 10 punti che Uncem propone come base di lavoro.

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Copertura del segnale radiotelevisivo

Troppe persone in Italia non vedono la Rai. Almeno 5 milioni di italiani hanno difficoltà a vedere sul proprio televisore i canali Rai e l’intero bouquet televisivo. Un fatto grave, irrisolto. Nel corso del 2022 e del 2023 il nuovo digitale terrestre ha complicato la situazione. E centinaia di impianti di trasmissione di proprietà degli Enti locali sono stati dismessi. Non recuperabili e adeguabili, con frequenze in contrasto e non a norma, è stato detto dagli Ispettorati territoriali MISE. Una situazione grave. Comprare il tv-sat, la parabola e tutto il resto, ha rappresentato un costo maggiore, che nelle aree montane, residenti e proprietari di seconde case, hanno dovuto affrontare loro malgrado. Di fatto si sono evidenziate così sperequazioni e sovracosti. Nella legge di bilancio 2024 ci sono risorse economiche utili – 430 milioni di euro! per migliorare la copertura – ma occorre capire per cosa e come verranno spese. Siamo disponibili e pronti a lavorare con Mimit e Dipartimenti. Uncem ritiene queste risorse un punto fermo, un successo e un beneficio per le montagne che dovranno avere nuovi e migliori segnali e ripetitori. Perché ricordiamolo: centinaia di Enti territoriali montani italiani – Comuni, Comunità montane, Unioni montane di Comuni – sono ancora proprietari e gestiscono, fanno manutenzione a decine di impianti radio-televisivi per la diffusione del segnale radio-tv. Non ci fossero sarebbero almeno 10 milioni gli italiani che non vedrebbero i canali Rai e l’intero bouquet televisivo. Forse più. Gli Enti montani hanno sempre gestito quei ripetitori nell’interesse dei cittadini, è chiaro, ma anche della Rai. Senza avere benefici da canone tv, dai Ministeri e dalla Rai stessa, o da Rai Way. Ma abbiamo agito anche nel loro interesse. Nell’interesse del Paese. Uncem ha dunque ottenuto dal Parlamento in legge di bilancio, con quei 430 milioni di euro, risorse da spendere per la sostituzione di impianti obsoleti di proprietà degli Enti locali montani, per nuovi impianti, per evitare l’interruzione di pubblico servizio a causa dell’impossibilità di manutenzione straordinaria sugli impianti. Le sperimentazioni avviate con la Direzione tecnica, con il CTO Rai, con Rai Way, con il Centro Ricerche Rai, devono continuare. E stanno proseguendo con ottima interazione di Uncem. Ma con Rai dobbiamo anche dare precise informazioni agli Enti proprietari di impianti e ripetitori per la trasmissione del segnale. Eliminiamo ogni buco e ogni vuoto, ogni problema per i cittadini, in qualsiasi Comune risiedano.

 

Tgr in tempi raddoppiati

L’informazione regionale è importantissima per i territori e per gli Enti locali. Il Tgr è decisivo, prezioso, diretto, intenso. È vero servizio pubblico che differenzia la Rai da altre aziende e crediamo che il Tgr possa essere esteso nei tempi, almeno nelle due edizioni delle 14 e delle 19,30. Rendiamolo più forte. L’impegno per le Montagne, nel Tgr, dentro le edizioni già c’è: è un esempio vivo di Rai per le Montagne. Bravi! Bene Buongiorno Regione, Petrarca, Leonardo e tutti gli approfondimenti. Di qualità, moderni. Efficaci. La Rai investa sul Tgr. Investa molto. Ci creda di più. Faccia di più per le redazioni territoriali regionali. Come già avviene in alcune Regioni italiane, il tempo del Tgr è raddoppiabile, con maggior numero di servizi, approfondimenti, inchieste, analisi dei territori. Il Tgr è territorio, è tg itinerante, è il Concerto di Ferragosto, le dirette del Palio, altre dirette da creare per generare comunità. Il piccolo schermo unisce. Siamo a disposizione per creare contenuti, individuare notizie, coinvolgere gli Enti locali. L’informazione è la fonte della coesione. Il Tgr è modello europeo. Servizio pubblico vero. La Rai è Tgr.

 

Digitalizzazione

Il digital divide è una grande emergenza del Paese. Uncem lo denuncia da dieci anni. 3800 le segnalazioni di territori italiani senza segnali mobili per telefonare e mandare messaggi o navigare sul proprio smartphone. Non si vede in troppe aree la tv e gran parte del territorio montano italiano naviga ancora in internet a velocità non adeguate e in linea con gli altri Paesi UE, oltre che molto più basse rispetto alle zone urbane – nonostante l’efficace FWA e una banda ultralarga che sta arrivando drammaticamente troppo lentamente sui territori, spaccando strade e senza poi entrare nelle case, restando nei tombini e non dando connettività vera. Svegliamo i piani BUL. Italia 1Giga e Italia 5G sono importantissimi. Costruiamoli. Lo abbiamo capito nel corso della pandemia, tra telelavoro e dad, call e zoom: le linee wi.fi, FWA, sono fondamentali in montagna, per navigare, lavorare, fare intrattenimento, vedere la tv. Ma le sperequazioni emergono oggi ancora con forza. Sul 5G e sul 6G non vogliamo rimanere nel “piccolo mondo antico”. I Comuni che dicono NO sbagliano profondamente. Uncem non appoggia quegli Enti. Si convertano. Uncem vuole nuovi segnali, vuole 4G, 5G e 6G – quando ci sarà. Vogliamo ovunque il 5G. Lo deve volere anche la Rai con noi. 5G che porti diritti di cittadinanza, servizi. Vogliamo innovazione e digitalizzazione. Troppe risorse del PNRR sono state spese non efficacemente per dare servizi nelle PA e anche nei Comuni, mandando fuori giri il mercato, facendo crescere i costi da parte dei fornitori agli Enti locali: c’è ancora tempo per migliorare, puntando su intelligenza artificiale, smart factory, makers, fab lab, imprese e scuole avanzate, con aule immersive e strumenti finanziati dal PNRR in accordo con gli Enti locali. Non basta rifare siti internet e avere i dati in cloud senza cybersecurity che generiamo anche “formandoci”, con il servizio pubblico. Con Rai possiamo fare un lavoro congiunto per portare infrastrutture di rete e soprattutto una nuova digitalizzazione, nuove competenze e piattaforme. Formazione, racconto sul piccolo schermo del cambiamento. Educazione al nuovo. Combattiamo anche sul piccolo schermo le fake news sul 5G. Dobbiamo vincere insieme quelle sperequazioni che diventano disuguaglianze. Diversi “segnali” per territori migliori e più uniti. Migliori piattaforme di diffusione, studiate ad hoc con l’obiettivo di superare il divario digitale territoriale. Lavoriamoci.

Per le lingue madri

Le minoranze linguistiche in Italia non sono sub-cultura. Sono emblematiche della storia e delle tradizioni di molti territori, in particolare montani. Le minoranze linguistiche sono “lingue madri”. La Rai potenzi le trasmissione a diffusione locale in lingua minoritaria. Lo prevede la legge nazionale 482/1999 – che molti hanno dimenticato e invece c’è, è viva e vigente! -, ma in un articolo mai attuato. È il momento giusto, per aumentare la vicinanza della Rai alle comunità dei territori. Crediamoci. Facciamo cultura. La Rai è cultura e lo sono le nostre lingue madri. La Rai contribuisca con noi, con Uncem e con i Comuni, alla attuazione in Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Crediamoci. La Rai ci creda e attivi Parlamento, Governo, Ministeri, Dipartimenti.

Tgr Montagne e LineaBianca, eccellenze

Quando è stato chiuso Tgr Montagne, unico tg in Europa dedicato alla montagna e ai territori, Uncem avviò una mobilitazione inascoltata dai vertici Rai di allora. Quando è stato chiuso, scelta grave, Tgr Montagne, ci siamo molto arrabbiati. È stata una scelta scellerata, negativa. Tgr Montagne deve essere riattivato con uno spazio importante in prima o seconda serata, una edizione la settimana, un tg di approfondimento e storie. Quando è stato messo al mattino alle 9, con un palinsesto assurdo, è stata fatta una scelta che è stata un affronto alla montagna. I Vertici Rai ripensino a queste logiche stupide del passato. Riaprano Tgr Montagne. Puntino su Tgr Montagne. Di notizie non ne mancano e Uncem le può trovare con le redazioni regionali della Tgr. Anche LineaBianca deve essere parallelamente rafforzato. Ha innestato un buon modo di raccontare la montagna, parallelo a LineaVerde e a LineaBlu, e va reso stabile tutto l’anno. Non solo neve e cime, relax e passeggiate. Ma paesaggi, territori, comunità, futuro, paesi veri e vivi. LineaBianca e Tgr Montagne sono la Rai sui territori nei contenuti e nel racconto al grande pubblico.

Formazione-informazione con gli Enti

Facciamo insieme formazione, oltre che informazione, agli Enti locali. Cosa è una notizia, cosa sono un racconto e una “storia”… Portiamo insieme, Rai e Uncem, questo dialogo con gli Amministratori locali per formarli e renderli protagonisti di un servizio pubblico che li ritiene al centro di un processo democratico. Abbiamo bisogno di formazione per Sindaci e Amministratori locali. Sulla comunicazione, perché nei Comuni, in particolare piccoli, dobbiamo imparare a comunicare meglio, a raccontarci meglio. Rai è azienda che fa cultura. E in questo sta un lavoro inclusivo che deve coinvolgere anche le Emittenti locali e regionali. Pensiamo a “il Provinciale”, a “Presadiretta”, a “I dieci comandamenti”, al magnifico “Generazione bellezza”: insieme facciamo una nuova tv. Questo è tv pubblica, oltre ogni banalità e ballo, oltre i contenitori sterili e riempiti a caso. Facciamo tv dai territori, dei territori. La Rai insista e creda in quelle trasmissioni che vanno sui territori. Investa molto. Le promuova in prima serata. Le renda portanti nei palinsesti. Sono pezzi di Italia in tv. Vera Italia raccontata dalla Rai.

Sezione Piccoli Comuni e Montagne sul nuovo sito Rai di informazione

Il nuovo sito di informazione Rai non avere una sezione “Piccoli Comuni e Montagne”. Uno spazio dedicato alle notizie e alle storie dei territori. Costruiamolo insieme. Storie e notizie non mancano.

Docufilm sulla vita e sul futuro delle montagne

Rai Fiction, Rai Cultura… produciamo insieme con Uncem e il supporto delle Film Commission (come previsto dalla legge nazionale sui piccoli Comuni 158/2017) un docufilm, o anche una “serie-tv” sui mestieri, sulla vita, sui paesi vivi e sul futuro delle montagne. Raccontiamo le vere montagne, senza luoghi comuni o stereotipi che piacciono tanto ad alcuni scrittori. Così usciamo da “Heidi” e da un po’ di ignoranza che purtroppo annacquano la montagna troppo spesso raccontata come baite e gerani, boschi intoccabili fauna amica sempre, oppure alpinismo ed escursionismo, turismo un po’ attempato e fighetto. I territori sono molto altro. Sono turismo di qualità, sostenibilità, green communities, economie difficili zootecniche e agricole, produzioni faticose agroalimentari di alta qualità, borghi da comporre e da rendere vivi, comunità che fanno cooperative e produzione, lavoro, riorganizzazione di servizi, nuove scuole, nuovi trasporti, nuova sanità territoriale affrontando la mancanza di medici e pediatri di base, impegno politico per plasmare norme e qualità di opportunità. Montagna è anche fuga di famiglie, verso il basso purtroppo, perché non ci sono asili nido, ritorno perché la crisi la vinciamo lì, funerali di “colonne” dei territori e nascite. Rai sa bene che “il vento ha fatto il suo giro” e i riflettori che dobbiamo accendere non sono quelli di una ricostruzione di un villaggio riprodotto a Cinecittà, bensì luci sui paesaggi plasmati dalla forza delle comunità sulle Alpi, sugli Appennini, nelle Isole. Raccontiamo la montagna vera, con le sue specificità territoriali, in un docufilm o in una serie-tv. Vinciamo così luoghi comuni e stereotipi. A farlo con noi vi sono decine di Enti e Università, Associazioni e gruppi: mai come negli ultimi dieci anni ne sono nati a si sono rafforzati. Cito Unimont, la Fondazione Montagne Italia, la Federazione delle Aree interne, Eurach, Formont, Istituto di Architettura Montana, Riabitare l’Italia… E moltissimi altri. Sono con noi nella partita che la Rai gioca per i territori montani, rurali, interni.

Sezione di film di montagna (non solo alpinismo) su RaiPlay

RaiPlay è una positiva piattaforma che non può non avere una selezione di film di montagna (non solo di alpinismo e alpinisti) al suo interno. Alcuni già ci sono. Altri possono essere aggiunti, anche con positive collaborazioni con il Trento Film Festival del CAI, con Nuovi Mondi Festival… e altre rassegne che stanno scrivendo la storia delle montagne sul piccolo e sul grande schermo. Non è banale. Cultura e servizio pubblico sono anche questo.

Un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori

Insieme, Rai e Uncem, possono organizzare con il Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie di Palazzo Chigi, dove è insediata la Direzione Montagna, almeno un seminario annuale su informazione, comunicazione e territori. A Perugia, a Roma o Torino dove Rai è nata. Un’occasione preziosa di approfondimento, analisi, che diventi modello internazionale di lavoro sul rapporto tra territori e cultura, coinvolgendo Soggetti pubblici e privati grandi e piccoli. La Rai guidi un processo per capire come cultura e comunità stanno nella moderna comunicazione, nei flussi di dati e negli scambi, nelle aperture di territori che non sono riserve indiane, bensì luoghi della relazione, aperti.

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Queste sono le proposte Uncem. Per fare gli Auguri alla Rai e per ripartire insieme.

Auguri Rai!!