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Uncem sottopone ai Parlamentari una serie di proposte di emendamento al DL Rilancio che inizia nei prossimi giorni il percorso di conversione in Parlamento. Due gli assi di lavoro che possono identificare il percorso, a vantaggio dei territori: il riconoscimento del ruolo delle aree montane, con misure specifiche di incentivo e bonus, nonché l’estensione e il potenziamento delle misure “green”, nel quadro del Green new deal europeo nonché di quanto da dieci anni descritto da Uncem tra le sfide dei territori, nel quadro della green economy.

 

Tra gli emendamenti proposti da Uncem si segnala quello relativo all’estensione del “Super-Ecobonus” a tutte le seconde case, con questa motivazione:

Le misure del Super-Ecobonus sono importanti e strategiche per far ripartire l’Italia della Fase 2 con un modello di sviluppo green e smart. Occorre estendere questi benefici anche alle seconde case, a cominciare da quelle negli antichi borghi alpini e appenninici e nei centri storici delle città, e alle persone giuridiche che hanno attività nei condomini. Uncem segnala la necessità di estendere i benefici anche a queste due categorie ora non coinvolte e l’allargamento a tutta la platea dei Comuni senza distinzioni.

Il patrimonio edilizio di borghi e centri storici, composto anche da abitazioni diverse dalla principale, necessità infatti di un ammodernamento che deve essere favorito da iniziative incentivante come quella proposta dall’emendamento.

L’estensione del “Super-Ecobonus” per tutte le seconde case, anche quelle non in condominio, per immobili nei borghi e nei centri storici – come richiesto da Uncem in questo emendamento – va ad attuare l’articolo 4 della legge 158/2017 sui piccoli Comuni, relativo al recupero e alla riqualificazione dei centri storici. L’ecobonus alzato ed esteso è un vettore di interventi privati che prevedono il risanamento, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio da parte di soggetti privati, la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, la manutenzione straordinaria dei beni pubblici. I piccoli Comuni possono individuare – scrive la legge 158 – all’interno del perimetro dei centri storici, zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali, nelle quali realizzare interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana, nel rispetto delle tipologie costruttive e delle strutture originarie, attraverso gli strumenti previsti dalla vigente normativa statale e regionale.