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Domani a Lione, la Presidenza della Strategia macroregionale alpina passerà dall’Italia alla Francia. Una cerimonia alla presenza delle 48 Regioni dei sette Stati che compongono Eusalp, aperta da Elisa Ferreira, Commissario europeo alla Coesione e alle Riforme, Jacqueline Gourault, Ministro francese della Coesione territoriale e delle Relazioni con gli Enti territoriali, Laurent Wauquiez, Presidente del Consiglio regionale di Auvergne-Rhône-Alpes. Alla cerimonia a Milano a dicembre 2019 per la chiusura della Presidenza italiana erano intervenuti il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Ministro Francesco Boccia. “Non a caso Boccia ha parlato di Eusalp, evidenziandone l’importanza, venerdi scorso a Roma agli Stati generali della montagna – sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – E la nostra Associazione condivide alla lettera le parole del capo del Dicastero alle Autonomie, secondo il quale ‘la Montagna è l’Italia, lo è come il mare. Sono i simboli del nostro Paese. Il 53% del nostro territorio è Montagna e noi abbiamo il dovere di far diventare la strategia della Montagna, quindi la Montagna, anche in Europa un punto fermo così come il mare ha condizionato molte delle politiche europee’“.

Eusalp non è un progettificio e neanche un luogo dove si costruiscono scelte di pochi. Con i suoi 70 milioni di abitanti Eusalp è il terreno ideale per le sperimentazioni della coesione europea, di come le aree montane stanno insieme alle aree urbane. L’Europa dei territori e delle comunità più unite è vincente. Uncem lo dirà domani a Lione. Nessuno si salva da solo. La Montagna ha bisogno della pianura, tanto quanto la pianura ha bisogno dei presidi sui territori. “La Strategia macroregionale alpina deve coinvolgere gli Enti locali – prosegue il Presidente Uncem – ‘Le Alpi sono il laboratorio ideale del nuovo modello di sviluppo europeo’, ‘le regioni alpine sono il motore dell’Europa’, ci ha detto il premier Conte. Deve essere così e la Strategia, con la nuova Commissione UE deve aiutare i processi per portare il Green New Deal sui territori, non solo nelle aree urbane dove sembra più semplice e più remunerativo in termini di immagine. I territori sono il bacino dei beni comuni, per dirla con Elinor Ostrom. Boccia venerdì scorso ci anche detto chiaramente e ha ripetuto alle Regioni che nella nuova programmazione comunitaria la montagna deve avere un ruolo fondamentale, fondi specifici, non residui, e avere un’Agenda vera come Uncem ha chiesto e come stabilisce la Risoluzione per le aree montane e interne già approvata dal Parlamento UE. Ora, per diventare un punto fermo in Europa, la montagna ha bisogno di strategie comuni tra i Paesi e risorse che ogni Stato deve portare sui territori attraverso le Autonomie locali”.