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La Strategia macroregionale alpina non può restare spazio di incontro occasionale tra Presidenti di Regione e un po’ di esperti su diversi temi. Uncem lo dice con chiarezza sin dalla nascita nel 2013. Escludiamo di fare altri errori o di mischiare cooperazione transnazionale facendo qualche progettino, spacciandolo per Eusalp, unendo qualche fortunato partner. Già la Convenzione delle Alpi è rimasta effimera non riuscendo a incidere sulle politiche reali, per le comunità, nell’area alpina. Dunque non possiamo fare lo stesso errore. E oggi da Trento, dove si è svolto il Forum Annuale di Eusalp con il passaggio della Presidenza alla Svizzera, molti hanno ribadito che Commissione e Consiglio europeo devono guidare Regioni e Governi di sette Stati alpini in politiche e scelte concrete. Ad esempio sui corridoi dei trasporti. Eusalp sia il luogo nel quale condividere ad esempio il raddoppio urgente del Tunnel del Monte Bianco, o per ripensare il Brennero. Sulle reti energetiche, condividiamo qui cosa fare a livello alpino, in modo omogeneo, per il rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche, gli invasi. Si decida una linea congiunta. Gli Stati uniscano forze e necessità. E poi si investa. Eusalp, come le altre due Strategie macroregionali europee, non si fa con buone intenzioni e un po’ di residui di spesa per missioni internazionali. Si investano risorse economiche importanti anche sulle reti di energia e digitali, prendendo dal ReactEU, riconoscendo di fatto la specificità delle Alpi, Regione unica all’interno dell’Europa, cerniera e non barriera, modello di coesione e cooperazione tra Stati, Regioni, Istituzioni di Bruxelles. Senza però escludere, come successo finora con Eusalp, i Comuni e le loro aggregazioni istituzionali montane. Tagliare fuori da Eusalp gli Enti locali, secondo Uncem, vuol dire escludere dalle scelte e dalle decisioni solide e a prova di futuro le comunità locali, con i loro Sindaci.