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“Sono convinto che il lavoro di Regione Lombardia e di tante Regioni per definire le regole delle gare volte al rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni sia strategico, orientato al futuro, volto a dare maggiori benefici e opportunità ai territori montani dove gli impianti sono insediati”.

Lo afferma il Presidente di Uncem Lombardia, Tiziano Maffezzini.

“La legge approvata due settimane fa da Regione Lombardia – sottolinea Maffezzini – risponde positivamente alle istanze degli Enti locali che da anni chiedono di poter avere voce in capitolo e maggiori ritorni dalla produzione di energia idroelettrica, energia green, rinnovabile, fondamentale per l’Italia.

La legge, fortemente voluta dall’Assessore alla Montagna Sertori, che Uncem Lombardia condivide per impostazione e spirito, dà piena attuazione all’articolo 11-quater del DL 35/2018 che trasferire alle regioni la competenza piena in materia, rispondendo alle istanze dei territori che da troppo tempo attendevano che lo Stato avviasse le gare per le concessioni, alcune delle quali scadute oramai da vent’anni. Quella lombarda è una legge che sancisce un principio fondamentale di autonomia, volto a dare risorse, legittimazione e forza ai territori che sono interessati da questi grandi bacini ed a garantire loro una compensazione economica. Tra i nuovi criteri per l’assegnazione delle concessioni, figurano gli interventi di efficientamento degli impianti, di reiquilibrio ambientale, sociale ed occupazionale dei territori interessati ed una serie di obblighi nella gestione delle acque, finalizzati a garantire il livello minimo di acqua per i laghi, l’agricoltura e l’ambiente, una sfida anche al cambiamento climatico. Si aprono così in Lombardia e in tutt’Italia, prospettive importantissime, mai viste prima, un’opportunità da perseguire in tutte le altre regioni interessate”.

“La Lombardia – aggiunge il Presidente Uncem Lombardia – ha aperto una strada. Il quadro normativo è chiaro e vogliamo come Enti montani che possa essere pienamente attuato per costruire un nuovo contratto tra i gestori dei grandi impianti e le comunità che vivono sui territori che li ospitano, che ponga le basi per creare una perequazione verso le aree montane che devono far fronte ad un costo più alto dei servizi rispetto alla pianura, utilizzando i benefici di una risorsa generata dalla montagna stessa a vantaggio di ambiente e comunità di quei territori. Proteggiamo e difendiamo i nostri beni, l’acqua e la forza di gravità ne sono la principale voce. Valorizziamola, evitando colonizzazioni e sfruttamento senza ristorni per la montagna. Lombardia è la prima regione in Italia a costruire un modello nuovo, virtuoso, replicabile in tutte le regioni, che saprà esprimere le istanze dei territori e rimediare ai troppi ritardi accumulati a Roma nelle procedure di gara e nel rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni”.