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Presidente Maffezzini, quali priorità si è posta Uncem Lombardia per quest’anno iniziato da poco?

Inevitabile partire dal tema della pandemia. Ci auguriamo che il 2022 sia l’anno della ripartenza definitiva e della fine dell’emergenza, con le relative chiusure. La priorità di UL è quella di accompagnare gli enti montani, i loro amministratori e i cittadini nel ritorno alla normalità. Le parole d’ordine saranno: vicinanza alle imprese, in particolare a quelle turistiche che più di tutte hanno subito i costi della pandemia, attenzione alle fasce più deboli della popolazione, ai bambini (scuole di paese e servizi per l’infanzia diffusi) che a causa della DAD hanno avvertito particolarmente questa “mancanza di normalità” e richiesto sacrifici in più ai loro genitori, agli anziani (case di riposo, assistenza domiciliare).

Lo avremo sentito milioni di volte e ora sembra banale, ma la pandemia ha sottolineato il valore della natura e del paesaggio, quindi grande attenzione a questi aspetti, che sono un vero punto di forza capace di attirare nei territori montani nuovi abitanti. proprio tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 è emerso il problema dei rincari dei costi energetici: grande attenzione anche da questo punto di vista sia verso temi tradizionali (nei territori montani i prodotti della filiera bosco legno rappresentano una fonte energetica che deve essere valorizzata ) che temi più innovativi come le CER (comunità energetiche rinnovabili) uno strumento sui quali è forte l’attenzione sia a livello nazionale che locale

 

Nei prossimi mesi verranno concretizzati gli interventi del PNRR: c’è stata sufficiente attenzione alle necessità dei territori montani? Cosa si aspetta Uncem da questi stanziamenti così importanti?

Le risorse previste dal PNRR sicuramente consentiranno di intervenire sulle priorità citate nella domanda procedente e su tante altre. Uncem, in quanto ente associativo, deve fare in modo che le comunità montane e gli enti montani sappiano cogliere le opportunità offerte da queste risorse. Anche a livello nazionale è stato fatto molto da questo punto di vista e sono stati redatti dei documenti e dei dossier molto importanti con cui si è cercato individuare idee, progettualità e strumenti per fare in modo che il PNRR sia uno strumento efficace per lo sviluppo dei territori montani. Ci poteva essere più attenzione alla montagna? Forse sì, alcune cose potevano essere migliorate (ad esempio il bando borghi storici), ma i montanari non sono persone abituate a lamentarsi, ma a rimboccarsi le maniche. Al di la di aspetti che sicuramente possono essere migliorati, il PNRR rappresenta una opportunità storica. Faremo di tutto per stare accanto alle amministrazioni montane per aiutarle a sfruttarla

 

Lo scorso anno si è parlato della possibile riforma del Testo unico degli enti locali e Uncem si è detta disponibile a dare il proprio contributo propositivo. Quali cambiamenti nel sistema degli enti locali sarebbero più significativi per i territori montani?

Bisogna intervenire sulle criticità che rallentano gli enti e rendono meno efficace la rappresentanza delle comunità territoriali, l’erogazione di servizi alla popolazione e alle imprese, la realizzazione di opere. Necessario limare alcuni tratti della burocrazia che sembrano ridondanti e che ingessano l’attività, favorire l’accorpamento di servizi, che possono contribuire a ridurre il problema della mancanza di personale e dell’efficienza amministrativa nell’erogazione di alcuni servizi, ragionare sul tema delle province, dove forse sembra necessario tornare ad una elezione diretta dei rappresentanti della comunità, soprattutto nelle realtà prettamente montane

 

Al termine delle Olimpiadi di Pechino ci sarà ufficialmente il passaggio del testimone a Milano e Cortina per il 2026. Come tradurre i Giochi invernali in una vera occasione di sviluppo per la montagna di Lombardia?

Le Olimpiadi del 2026 sono una opportunità importantissima per la montagna lombarda. Prima di tutto, dal punto di vista pragmatico, non neghiamolo, per le opere pubbliche che saranno realizzate anche nei territori montani e che resteranno in eredità al nostro territorio regionale. Fondamentale però anche l’aspetto promozionale. Da questo punto di vista, potremo dire di aver sfruttato al meglio questa vetrina mondiale se tutta la montagna saprà fare squadra. Le località sciistiche più rinomate dove si svolgeranno molte delle gare previste, insieme alle mete meno conosciute di media montagna, che possono contare invece su altre ricchezze, come il patrimonio agroalimentare (dai formaggi della Valbrembana ai vini di Valtellina) a quello paesaggistico (i terrazzamenti, sempre per restare in Valtellina, ma anche le zone dei laghi lombardi) a quello culturale. Sarà importante che tutti i livelli di amministrazione facciano squadra per aiutare il territorio a cogliere questa opportunità: facilitare il miglioramento dell’offerta ricettiva, promuovere il territorio in maniera unitaria, senza campanilismi e sovrapposizioni di ruoli. Ciascuno dovrà dimostrare di essere all’altezza e di fare gioco di squadra