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“Negli ultimi due mesi, Uncem ha più volte ripetuto che il taglio dei Parlamentari, approvato oggi alla Camera, non deve tagliare la capacità democratica dei territori rurali e montani di eleggere i propri rappresentanti. Di avere cioé nelle Istituzioni, in Parlamento, una voce certa, continuativa e non occasionale per tutte le aree del Paese, non solo quelle urbane e più densamente popolate. Finora la rappresentanza è sempre stata espressa con numeri importanti dalle città. Un condominio della periferia di Roma conta più di venti Comuni insieme di una valle alpina. I sistemi a preferenza e i sistemi elettorali con grandi circoscrizioni, vedono soccombere i territori, le zone montane e rurali, i piccoli Comuni. Non possiamo accettare sia così o ancor peggio anche dopo il taglio sancito con la legge votata oggi a Montecitorio. Per questo Uncem ha apprezzato l’impegno di molti Deputati, e Senatori, nel ribadire che la legge elettorale sarà decisivanell’evitare che pezzi di Italia non siano più presenti in Parlamento con donne e uomini eletti. Il lavoro da fare nella legge elettorale e nel disegno delle Circoscrizioni sarà decisivo. Vogliamo avere fiducia in quanti oggi e nelle ultime settimane si sono espressi a favore di un  riequilibrio della rappresentanza territoriale. Uncem non starà zitto. Perché sappiamo bene, con tutti gli Amministratori locali italiani, che a seguito della modifica costituzionale cambia anche il numero medio di abitanti per ciascun parlamentare eletto. Per la Camera dei deputati tale rapporto aumenta da 96.006 a 151.210. E se non si disegnano intelligentemente i collegi individuando una compensazione territoriale, superando il solo numero di abitanti, la montagna, le aree interne, le zone a bassa densità di abitanti, soccomberanno. Non avranno più riferimenti. E a perdere non saranno queste aree. Ma tutto il Paese”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.