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L’Uncem lancia la mobilitazione dei Comuni e delle comunità delle Alpi e degli Appennini per il contenimento della desertificazione commerciale in montagna. Duecento Comuni in Italia senza un bar e senza un negozio. Cinquecento a rischio di chiusure, con meno di tre esercizi. Uncem lancia un’azione forte con la proposta di un articolato ordine del giorno inviato a tutti i Comuni montani, alle Unioni montane, alle Comunità montane chiedendone l’approvazione nei rispettivi consigli, per poi inoltrare il documento sotto forma di richiesta a Governo, Parlamento e Regione.

Delega fiscale, riforma statale del fisco, ddl Montagna, altre norme nazionali hanno spazi giusti per introdurre una desertificazione del fisco, l’azzeramento di imposte per nuove imprese ed esistenti bar e negozi di prossimità. Anche una web tax europea, con destinazione del gettito ai territori montani e rurali europei, è una soluzione. Da attuare subito.

“Chiediamo con forza – afferma Marco Bussone, presidente Uncem – al Governo, ai Parlamentari e a alle Regioni, per quanto di loro competenza, di attivare misure concrete ed urgenti per salvare i negozi sotto casa e il commercio di prossimità nei piccoli Comuni e nei centri delle aree montane, schiacciati negli ultimi due decenni dai supermercati e dai centri commerciali. Ma anche dall’e-commerce. È questa una necessità sociale, culturale, economica e politico-istituzionale”.

La strada che il documento traccia è quella di favorire la nascita di esercizi polifunzionali, nei quali il commercio al dettaglio è accompagnato da altri servizi di interesse per tutta la collettività: un elemento essenziale per le popolazioni locali, che contribuisce a mantenere il presidio umano in territori a forte rischio di spopolamento. Per questo – si dice nel documento – occorre attivare misure di contrasto allo svantaggio fiscale per le imprese che operano in montagna e agevolare i giovani che decidono di aprire imprese e negozi.

Uncem chiede, con particolare riferimento ai comuni classificati ad alta e altissima marginalità socio-economica, che le imposte per imprese e per gli esercizi commerciali siano azzerate, in quanto il mantenimento degli esercizi commerciali di vicinato in questi centri costituisce la condizione per contrastare lo spopolamento, per mantenere viva ed abitata la montagna. Queste attività svolgono una funzione più che economica di tipo sociale, in assenza delle quali i costi sociali che ricadrebbero indirettamente sulla collettività sarebbero superiori all’eventuale minore gettito fiscale.