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Il ritardo del Piano nazionale banda ultralarga deriva dai problemi di attuazione e non dai finanziamenti che la politica di coesione ha garantito”. Il Ministro Giuseppe Provenzano risponde così a Uncem e ai Sindaci che gli stanno scrivendo. I primi cittadini stanno inviando una serie di lettere anche ai Ministri Pisano, Boccia e Patuanelli, oltre che a Infratel e a Open Fiber. Obiettivo dell’azione e della mobilitazione, evitare che i divari digitali restino e complichino la vita nelle aree montane e interne del Paese, per imprese e cittadini. Perché come scrive Provenzano, i divari digitali sono “divari di cittadinanza”.

Il Governo riconosce quanto diciamo da tempo. E cioè che così non si può andare avanti. E il ritardo del Piano Bul è inaccettabile”, evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem commentando le lettere ricevute dai Ministri Pisano e Provenzano nelle scorse ore. “Aggiungo che vanno individuate le responsabilità di troppi gravi ritardi nell’attuazione del Piano banda ultralarga e va definito – precisa Bussone – una volta per tutte che tipo di rete nazionale vogliamo. A oggi non è chiaro. Rimarco un fatto e cioé che senza sistemi FWA, wireless, senza fili, molte parti della montagna italiana oggi sarebbero senza connessione. Lottiamo con i segnali e le frequenze, ma l’FWA salva aziende, cittadini, Enti in attesa della Banda ultralarga e del 5G. Prendiamone atto. E diamo la sveglia al Piano banda ultralarga, Uncem, Enti territoriali Governo insieme”.

Non è pensabile che il Piano Bul concluda gli inteventi in tutte le zone montane, nelle ‘aree bianche’, a fine 2023“. Ad affermarlo è proprio il Ministro Provenzano, riprendendo quanto Uncem e i Sindaci hanno scritto nelle loro lettere degli ultimi giorni. E aggiunge: “Il concessionario deve superare con urgenza tutte le carenze nella progettazione e garantire tempi certi nei collaudi e nella disponibilità degli operatori. Tutto deve svolgersi nella massima trasparenza”. Pisano e Provenzano fanno riferimento alla dashboard sul sito http://bandaultralarga.italia.it/ . Provenzano richiama le risorse per le aree interne, inserite nella legge di bilancio 2020 e nel DL Rilancio, dedicate alle attività economiche. Secondo il Ministro Provenzano servono “un pacchetto di progetti locali definiti e uno sguardo vigile e severo sui responsabili Bul, una richiesta di collaborazione rafforzata delle Regioni, una proposta di patto con tutti i Comuni italiani e le loro Rappresentanze, una mobilitazione dei tutta l’opinione pubblica”. “Per quanto sarà nelle mie responsabilità – scrive il Ministro a Uncem – nulla sarà trascurato per raggiungere l’obiettivo di dotare tutti i cittadini italiani, a partire da quelli più ai margini e fragili, di questo essenziale diritto di cittadinanza digitale”.

Sulla stessa linea il Ministro Pisano: “In qualità di Presidente del CoBUL, ho dato forte impulso alla sua attività, convocandolo a cadenza ravvicinata, al fine di individuare le cause del ritardo nella realizzazione dello stesso e le iniziative più urgenti da adottare per accelerare la sua attuazione, necessità che si rileva ancor di più nel momento di emergenza sanitaria in atto“. Pisano, nella lettera trasmessa, ricorda ai Sindaci e a Uncem che il Comitato, nella riunione del 5 maggio 2020, ha deliberato l’utilizzo di fondi per un totale di 1.546 Milioni di euro, di cui 400 milioni di euro per il Piano Scuola e i restanti 1.146 milioni di euro per voucher a famiglie e imprese. “Per quanto riguarda l’avanzamento del Progetto Banda Ultralarga all’interno delle aree a fallimento di mercato, le  aree bianche, il CoBUL ha analizzato i diversi fattori ostativi che ne rallentano l’esecuzione. È emerso che i principali rallentamenti sono dovuti alla complessità e ai tempi della procedura di rilascio dei permessi, nonché di quella delle fasi di verifica e di collaudo dell’infrastruttura, necessaria per garantire il rispetto degli standard qualitativi previsti nel relativo contratto. Va ricordato infatti, che nonostante il riuso di infrastrutture esistenti sia stato uno dei parametri premianti del progetto del concessionario Open Fiber in fase di aggiudicazione di gara, il numero dei permessi che devono essere richiesti agli Enti e alle Amministrazioni interessate è notevole. Per accelerare i lavori sono stati avviati anche specifici tavoli tecnici con i soggetti che più di altri risultano ritardare il rilascio dei permessi, in modo da individuare i fattori frenanti e definire conseguentemente modalità istruttorie per una rapida conclusione dei procedimenti. Contestualmente si sta valutando l’introduzione di varie semplificazioni normative, come, ad esempio, le modifiche al ‘decreto scavi’ o all’estensione della disciplina del silenzio assenso”.