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“Gli sforzi della Rai sono stati grandi, sempre, in questo Giro d’Italia. Ma oggi il segnale tv nella tappa dolomitica è stato fermato dal maltempo. Con elicotteri e aerei ponte che non si sono potuti alzare. Peccato che anche il segnale della telefonia mobile non ci fosse lungo quelle strade. Con un buon 4G o 5G lungo tutto il percorso, garantito da una copertura continua, affidabile e senza buchi, le immagini potevano essere trasmesse dalle moto tramite le reti mobili. Reti che, come sappiamo, in montagna sono ancora troppo carenti nonostante gli importanti sforzi delle compagnie telefoniche sollecitate negli ultimi anni da Uncem. Stanno investendo, le Telco. Ma non solo loro devono agire. Sappiamo bene quanto costi installare una BTS, il ripetitore per la telefonia mobile. E dunque, come Uncem ha sempre detto, dove non arrivano le imprese della telefonia, deve arrivare lo Stato. Lo deve fare togliendo ogni ‘buco’ dalla rete, in particolare lungo le strade, comunali, provinciali, statali. Lo deve fare lo Stato investendo bene i 6,3 miliardi di euro nel Piano di Ripresa e Resilienza per le nuove reti, 5G e banda ultralarga. Deve coprire ogni buco. In primis per la sicurezza di chi percorre le strade sulle Alpi e sugli Appennini, per garantire continuità territoriale a tutti quei servizi e sistemi digitali che il 5G renderà possibili e che richiedono efficaci reti ovunque. Anche per il Giro che porta a tutti le immagini del Paese più bello del mondo, con le montagne più belle del mondo. Lo Stato intervenga finalmente – lo deve fare – dove gli operatori non riescono ad arrivare, perché i Comuni con Uncem premono su questo. Il Giro oggi ha mostrato le lacune delle reti. Che nelle gallerie ci sono, ma non sulle strade. Si ponga rimedio. Per ripartire da un Paese più sicuro e connesso”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.