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Nel primo trimestre del 2020, le velocità di download riscontrate dagli utenti di smartphone in Italia sono diminuite in media del 7,2% nelle aree urbane, ma molto meno che nelle aree suburbane o rurali dove le velocità sono diminuite rispettivamente del 12,2% e del 13,7%. Lo confermano le analisi di OpenSignal, riportate oggi da Mondo3, che confermano i dati e le analisi preoccupanti fatte da Uncem in questi ultimi giorni, rispetto a un divario digitale sempre più grave. Divario che diventa sociale ed economico, con sperequazioni forti, dannose per imprese, comunità, pubblica amministrazione. Le aree rurali e in montagna hanno infatti visto, dal 1° gennaio al 31 marzo 2020, peggiorare ulteriormente le loro velocità di download, fino a toccare ben il -22,3% nelle due isole principali (da 24,6 Mbps a 19,1 Mbps). Il secondo calo maggiore (-15,1%) è stato registrato nell’Italia Centrale, dove la velocità è scesa da 21,5 Mbps a 18,2 Mbps. Come in altre ricerche – scrive Mondo3 – è stata utilizzata la classificazione del “Grado di urbanizzazione” adottata dall’Istat, che classifica tutti i comuni italiani in tre tipi di aree: scarsamente popolate (zone rurali); densità intermedia (città, periferie e piccole aree urbane) e densamente popolate (città e grandi aree urbane).

I clienti fuori dalle città hanno visto ridursi di oltre il 10% la velocità in almeno quattro regioni su cinque, con il declino più elevato registrato sempre nelle Isole, con una diminuzione del 13,4% da 23,1 Mbps a 20 Mbps. Un’analoga entità di peggioramento si è registrata nel Sud Italia con un calo del 13,2% (da 22,2 Mbps a 19,2 Mbps) e a Nord Ovest dove la velocità di download si è ridotta del 12,6% (da 27,1 Mbps a 23,7 Mbps). Va rilevato che gli operatori italiani hanno fornito servizi resilienti ai loro utenti mobili in questa situazione senza precedenti, mentre continuano a sperimentare velocità di download decenti. Ma questo non ferma la mobilitazione Uncem, con tutti i Comuni in prima linea, nel chiedere reti migliori, sia fisse sia mobili. E a chiedere un’accelerazione decisiva del Piano banda ultralarga, oltre che l’attuazione per tutti i Comuni del Piano 5G. Per essere competitivi, nelle zone rurali e montane del Paese, servono investimenti, risorse e strategie, presenza dello Stato e investimenti delle Telco, come Uncem sta chiedendo e anche coordinando grazie ad esempio all’azione con Anfov e Asstel Confindustria.