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Investire nell’utilizzo di materiali di origine legnosa per gli edifici, puntare sullo stoccaggio di anidride carbonica per contrastare la crisi climatica ed incentivare la gestione attiva di boschi e foreste.

Sono queste alcune delle proposte che PEFC Italia, ente promotore della gestione sostenibile delle foreste, avanza con Uncem in occasione della revisione della prima versione del PNRR, il “Piano nazionale di ripresa e resilienza” per l’uso dei 211 miliardi di euro del Next Generation EU, con l’intento di promuovere investimenti importanti per il settore forestale italiano, un settore strategico in termini ambientali ma anche economici. Le proposte sono state presentate oggi pomeriggio in un webinar su ZOOM dalle due organizzazioni.

La superficie forestale in Italia è infatti fortemente cresciuta negli ultimi 50 anni e ad oggi è pari al 38% del territorio, superiore anche a quella agricola. Le utilizzazioni di tale patrimonio sono prevalentemente costituite dal prelievo di legna da ardere che rappresenta tuttavia meno del 30% della crescita annua dei boschi: questo significa che è in atto un abbandono colturale che interessa una parte importante delle foreste italiane. Abbandono che risulta ancora più grave considerando che la riduzione e il degrado della superficie forestale nel mondo non sono stati arrestati e che l’importazione di legno, soprattutto dall’Europa dell’Est e dal Sud del mondo, rischia di contribuire a questi processi, anche attraverso filiere illegali.

“Il legno rappresenta un materiale chiave per la transizione ecologica ed il PNRR può essere un’occasione straordinaria per valorizzarlo – afferma Francesco Dellagiacoma, presidente di PEFC Italia – Sono fondamentali però investimenti per favorire l’utilizzo di materiali di origine legnosa in sostituzione dei prodotti di origine fossile come plastiche e isolanti. Chiediamo l’introduzione, nella scelta di prodotti e processi di lavorazione, di una valutazione delle emissioni che consideri l’intero ciclo di vita del prodotto, con l’intento di favorire processi e prodotti che permettano una riduzione significativa di emissioni e rifiuti, proprio come il legno e i suoi derivati”.

“Con PEFC, come con AIEL, il Consiglio nazionale degli Agronomi e dei Forestali, Fondazione Symbola, FSC facciamo un percorso comune che porti il legislatore a non dimenticarsi della questione territoriale, decisiva oggi, così importante eppure così poco considerata dalle Istituzioni e totalmente assente dalla prima versione del PNRR. Dobbiamo affrontarla come questione non diversa da altre polarizzazioni crescenti, come quella nord-sud, insieme alla questione femminile e alla questione generazionale. Ecco allora che in questa cornice dare politiche, strategie, investimenti al settore forestale è una operazione non a vantaggio di una categoria, ma per la piena ripresa del Paese che affronta con saggezza la crisi climatica e la crisi pandemica. Dobbiamo dare un senso a 11 milioni di ettari di bosco del Paese, un terzo di Italia. Siamo un Paese forestale e dobbiamo agire di conseguenza, lontani dalle fake news e da un certo benaltrismo che considera le questioni territoriali meno importanti di altre”.

Il legno in edilizia

L’impiego diffuso del legno in edilizia rappresenta un punto cardine per la transizione ecologica: il legno è in grado stoccare il carbonio assorbito dalle piante, sostituisce materiali ed energia di origine fossile, è facilmente lavorabile e permette un notevole risparmio di emissioni – rispetto a materiali come metalli, calcestruzzo, plastiche – considerando l’intero ciclo di vita dalla produzione, alla lavorazione, allo smaltimento (circa il 50-70% di emissioni in meno).

L’Italia ha un importante settore di lavorazione del legno (saldo commerciale 10 mld $, terza nel mondo dopo Cina e Polonia), basato però su una fortissima importazione del legno (80% della lavorazione totale) ed è già un produttore importante di case in legno (4° in Europa): il PNRR  potrebbe essere la chiave di svolta per cambiare radicalmente il settore edilizio. L’uso del legno permette, tra gli altri benefici, anche un effetto importantissimo nella sicurezza antisismica, che interessa gran parte del territorio nazionale”.

Stoccaggio del carbonio

Il legno e le foreste costituiscono dei carbon sink, ovvero dei siti privilegiati di stoccaggio dell’anidride carbonica, fondamentali per contrastare la crisi climatica. Per questo è decisivo non solo preservare quelli già esistenti ma anche crearne di nuovi, attraverso il sostegno e gli investimenti su foreste, piantagioni, foreste urbane certificate per garantire la gestione sostenibile complessiva, lo stoccaggio ottenibile dai prodotti legnosi e la sostituzione di prodotti ed energia fossile con prodotti di origine forestale.

Per attivare pienamente la strategia è necessario il rafforzamento della filiera con investimenti sugli anelli deboli, in particolare taglio boschivo e prima lavorazione. Un maggior utilizzo del legno italiano e investimenti nelle foreste permetterebbero anche la creazione di posti di lavoro nelle aree montane del Paese, dove si concentrano le foreste e avrebbero un effetto positivo sulla coesione territoriale.

La certificazione come strumento per garantire la sostenibilità del patrimonio forestale italiano

La certificazione della Gestione Forestale Sostenibile e la tracciabilità del legno garantiscono che il legno provenga da foreste gestite in maniera responsabile. Questa gestione mantiene e addirittura migliora la produzione e i servizi che la loro esistenza procura alla società e al territorio (servizi ecosistemici), come protezione idrogeologica, climatica, naturalistica e della biodiversità, paesaggio e ricreazione. Sono numerosi, soprattutto sulle Alpi, gli esempi di foreste che non solo hanno una funzione produttiva ma rappresentano anche paesaggi di grande valore che ospitano una biodiversità importante.

Investimenti specifici per il settore

Considerati tutti questi fattori, PEFC Italia sottolinea la necessità di provvedere rapidamente al completamento degli strumenti attuativi della strategia nazionale forestale, alla previsione di una premialità negli appalti pubblici per i prodotti certificati e di filiera corta nell’ambito del Green Public Procurement, alla piena applicazione dei Criteri Ambientali Minimi.

Fondamentale anche contribuire all’innovazione tecnologica del settore in maniera capillare e diffusa nei territori rurali, nonché all’ampliamento della pianificazione forestale per la definizione dei territori boscati e delle loro specifiche vocazioni.