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Uncem ha appreso dai Sindacati che Enel avrebbe intenzione di ricorrere a personale di agenzie interinali piuttosto che di aziende esterne per il presidio e la gestione delle dighe presenti sulle Alpi. Una situazione che ha allarmato i Sindaci dei territori montani, in particolare per il rischio venga meno – come peraltro già successo in altre parti del Paese che si sono mobilitate negli ultimi anni – un patto con i territori storico, quasi secolare. Era infatti il personale dei Comuni montani ove insistono le dighe a essere assunto per il presidio e la gestione degli impianti. Una situazione poi mutata con l’automazione e il telecontrollo che però oggi non deve essere ulteriormente aggravata dall’uso di personale delle agenzie interinali. Peraltro, Uncem due mesi fa aveva segnalato che la chiusura delle sedi locali di E-Distribuzione ha causato un abbassamento dei livelli di attenzione per i territori e che tutto il personale tecnico deve fare anche centinaia di chilometri per arrivare nelle valli per interventi ordinari e straordinari.

“Mi unisco alle preoccupazioni dei Sindaci e dei Sindacati – afferma Marco Bussone, Presidente Uncem – perché il personale dei territori è importantissimo visto il grado di formazione e conoscenza del contesto. Usare agenzie interinali per risparmiare rompe il patto di Enel con le zone montane. Abbiamo chiesto all’azienda, davanti a diversi Prefetti, di cambiare rotta su manutenzioni e gestione degli impianti. Ora sulle dighe e sulla gestione degli invasi, con le loro concessioni in scadenza nel 2029, rischiamo di non avere più assunzioni locali. Anche quella era una forma di restituzione dell’azienda ai territori. Un grande guadagno per Enel dalla produzione idroelettrica e di conseguenza l’assunzione di personale locale. Migliaia di famiglie hanno avuto anche due o più generazioni al lavoro nelle dighe. Costruzione, guardiania, manutenzione, lungo 60, 70 anni. Uncem guarda con sorpresa dunque alla decisione di Enel che ha sempre fatto di questo legame un elemento di crescita e di prestigio. Auspichiamo, con i Sindaci di Comuni dove vi sono invasi, dei chiarimenti nelle opportune sedi istituzionali e la sospensione del progetto di esternalizzazione delle guardianie”.